Per la Fillea Cgil dall'inizio della crisi c'è stata "una restrizione di un terzo del mercato pubblico delle costruzioni e il blocco praticamente totale di quello privato". I sindacati chiedono al governo "di investire nelle infrastrutture, di aprire cantieri per il ripristino idro-geologico e nuove regole per risolvere i problemi del lavoro nero e del caporalato"
Per Schiavella “l’Italia sta attraversando una fase recessiva generalizzata, ma le costruzioni stanno affrontando una crisi ancora più grave. E il 2012 sarà ancora peggio perché, se non ci saranno interventi – spiega il sindacalista – registreremo un ulteriore calo del volume degli affari e si aprirà il baratro della disoccupazione per tutti quei lavoratori che fino a questo momento hanno potuto usufruire degli ammortizzatori sociali, non più rinnovabili dopo tutti questi mesi di crisi”.
Per mettere al centro del dibattito politico nazionale il tema, la Fillea Cgil, insieme a Filca Cisl e Feneal Uil, ha stilato una piattaforma comune di richieste al Governo e indetto una grande manifestazione nazionale per il prossimo 3 marzo. “Innanzitutto nell’interesse del Paese, e non solo della filiera -spiega Schiavella- chiediamo di investire sulle infrastrutture. Le ultime delibere del Cipe danno delle speranze. L’importante però è che le risorse vengano rese subito disponibili, prima che il ‘malato muoia’. Serve anche un piano nazionale che, attraverso l’Imu, la nuova tassa sulla casa, possa permettere di sbloccare in modo selettivo il Patto di stabilità e liberare risorse a disposizione dei comuni che potrebbero essere orientate verso uno sviluppo diverso, sostenibile. Si potrebbero aprire cantieri utili per il ripristino idro-geologico del Paese e per evitare che tutto il territorio venga giù solo con una goccia d’acqua”.