“Ma quale usura? Noi mica prestiamo soldi”. Attilio Befera si difende attaccando. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate parla a 360° durante la sua audizione a Montecitorio. Annuncia l’arrivo di un nuovo redditometro. Snocciola cifre e successi per il 2011 (“Undici miliardi di euro recuperati”). Quindi punta il dito contro “i 250 episodi d’intimidazioni” subiti (“Settanta solo a gennaio”). Insomma Equitalia non ha colpe. Di più: “Questi episodi mortificano e intimoriscono il personale” con il rischio di vedere diminuire i risultati.  E ancora: “Nel secondo semestre 2011 l’acuirsi del clima di tensione, alimentato da una campagna denigratoria, ha inciso sui risultati dell’attività di riscossione”. Qualcosa, però, ora sembra cambiare. Da Cortina a Milano i controlli della Guardia di finanza certificano l’Italia come un popolo di evasori. Non tutti, naturalmente. E comunque “la lotta all’evasione è uno sforzo titanico, ma comincia a dare i suoi frutti”.  In attesa della “grande svolta di primavera” con la messa a punto del nuovo redditometro. Sarà in quel momento, contemporaneamente alla dichiarazione dei redditi, che inizieranno massicci controlli sulle posizioni più sospette. Senza contare che dopo il nord a breve i controlli toccheranno anche il sud.

Insomma c’è cautela ma anche ottimismo nelle parole di befera. “Ora – ha proseguito –  con il controllo dei conti bancari siamo in grado di verificare la posizione di tutti i contribuenti. La vera lotta agli evasori può cominciare davvero”. Anche perché  “l’ultima manovra del governo contiene un driver formidabile per la lotta all’evasione. Ora l’Agenzia delle Entrate ha accesso diretto ai conti correnti bancari. L’archivio dei depositi da consultare ai fini fiscali lo aveva inventato Visco nel ’96: il Parlamento lo ha bloccato per 15 anni, ora Monti l’ha finalmente sbloccato. Per far partire la raccolta dei dati manca solo l’ultimo provvedimento attuativo, che vareremo nei prossimi giorni d’intesa con il Garante della Privacy.

A rischiare sono anche gli esportatori di capitali. “La prova della verità – dice Befera- saranno i saldi dei conti correnti: se all’inizio dell’anno un contribuente sospetto ha un deposito da un milione di euro, che a fine anno diventa di 1.000 euro, noi possiamo chiedergli che fine hanno fatto quei soldi”.

Befera torna sui controlli a tappeto di queste settimane, prima a Cortina e poi a Milano. “Noi – sottolinea- di controlli analoghi ne abbiamo sempre fatti. Certo, adesso c’è un’attenzione diversa presso la politica, e una sensibilità maggiore presso i cittadini”. “L’Italia è un Paese in cui è mancata per molti, troppi anni una cultura della legalità fiscale. Cortina, con quel 300% in più di scontrini emessi in un solo giorno, è solo un esempio, ma gliene potrei citare quanti ne vuole”. Mentre  a Milano “abbiamo trovato di tutto, tra i 115 esercizi che abbiamo controllato. In 33 locali c’erano lavoratori in nero. Poi scontrini non rilasciati, studi di settore falsificati, con esercenti che dichiaravano quattro tavoli all’aperto e invece ne avevano 40. Il 30% di irregolarità, tra bar, ristoranti e soprattutto discoteche. In una di queste ci hanno addirittura bloccato all’ingresso, mentre uno dei titolari faceva scappare dal retro clienti e dipendenti. Ci siamo accorti – dice Befera – che l’effetto deterrenza comincia a funzionare. L’idea che i controlli possano scattare in ogni momento spinge i contribuenti ad una maggiore onestà fiscale. Per questo andremo avanti, rafforzando gli interventi sul territorio”.

Dopo il Nord toccherà al Centro-Sud. Perché, dice Befera, “finché fa freddo si va nelle stazioni invernali, quando arriva il caldo si passa alle località balneari”.

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