Nuova udienza del processo contro Gianfranco Lande, ideatore della frode da 170 milioni di euro ai danni di imprenditori e gente dello spettacolo. L'attrice romana ha ripercorso le tappe della sua disavventura e degli altri membri della sua famiglia
L’incontro con Lande, invece, risale al 2008. “Fino a quel momento, lui era in contatto soltanto con la mia commercialista perché io insistevo per pagare le tasse sulle plusvalenze legate alle somme investite all’estero, nonostante il parere contrario di Torregiani che mi ha sconsigliato di pagarle affermando che tanto nessuno le pagava e che la procedura era complessa e inutile. Io però non ho dato retta alle sua parole e alla fine ho pagato almeno 70mila euro su interessi di fatto mai incassati”. Secondo la Guzzanti “Torregiani si limitava a procacciare i clienti e presentava il suo socio come un genio della finanza. Non sapevo che Eim non fosse abilitata a operare sul mercato, altrimenti non avrei fatto alcun investimento. Ho sempre ritirato i miei soldi, senza problemi, fino al 2008, dopo mi sono accorta che la questione era sempre più complicata”.
Molti dei componenti della famiglia Guzzanti hanno investito attraverso Lande e soci: “Mia nonna, mia madre, mia sorella Caterina, mio padre Paolo, i miei cugini Sandro e Grazia Balducci – ricorda l’attrice – Nel 2008, quando cominciava la crisi mondiale, ero più consapevole dei rischi che si potevano correre in Borsa e chiedevo informazioni a Lande che invece mi rassicurava, suggerendomi di non disinvestire. Da mio cugino ho saputo – concluso – che loschi individui, che frequentavano gli uffici di Lande, sono riusciti a recuperare il denaro investito a suon di minacce. Fu lo stesso Lande a dirgli che erano dei camorristi”. La Egp Italia, con la promessa di rendimenti tra l’8 e il 12%, era riuscita ad attrarre i risparmi di una clientela piuttosto famosa, tra cui i fratelli Vanzini, Samantha De Grenet e David Riondino. Il processo a carico di Lande è iniziato il 27 settembre 2011 e lo vede imputato per associazione a delinquere, finalizzata all’abusiva attività finanziaria legata alla truffa. Gli altri tre imputati (Raffaella Raspi, Andrea Landi e Gianpiero Castellacci de Villanova) hanno deciso di patteggiare la pena.