Seguendo il servizio giornalistico “C’era una volta un cavallo” di Stefano Maria Bianchi e Giulia Bosetti trasmesso da Servizio Pubblico di Santoro, io e Dario siamo rimasti scioccati dalla storia di una banca che nega il supporto a un piccolo imprenditore che ha difficoltà a incassare i crediti. Invece di aiutarlo a stare a galla lo mandano in fallimento e poi gli  sequestrano la casa, che viene messa all’asta a un prezzo decisamente inferiore al suo valore. Ci ha molto addolorati vedere una famiglia distrutta.

Crediamo che l’attuale situazione di disastro economico abbia visto un’enorme responsabilità delle banche, che hanno guadagnato cifre colossali di denaro giocando partite rischiosissime e poi lasciando che fossero i risparmiatori e tutta la società a pagare il conto. Chi ha collaborato a costruire i disastri dei titoli argentini, della Parmalat e di tutto quello che è successo dopo non è stato in nessun modo penalizzato. Anzi, vediamo in tutto il mondo che i manager che hanno causato danni per miliardi di euro e hanno costretto gli stati a salvare le banche, hanno poi avuto la faccia tosta di distribuirsi centinaia di milioni di premi. Premi per cosa?

Per averci fatti tutti fessi! Crediamo proprio che le banche si siano comportate e si comportino tutt’ora, troppo spesso, in modo indecente.
Ma di chi sono le banche? In realtà sono di tutti i risparmiatori che possiedono azioni delle banche ma che non si interessano di come il gestore del loro denaro agisca, lasciando che manager afflitti da logiche predatorie si comportino in modo moralmente ingiusto e disastroso per la società. Se questi risparmiatori si rendessero conto di come vengono usati i loro soldi potrebbero imporre alle banche di cambiare comportamento: non dimentichiamo che siamo i primi responsabili di come vengono investiti e usati i nostri denari.

Ci sono troppi pacifisti che investono in banche che poi finanziano il traffico di armi e troppi ecologisti che investono in aziende che poi distruggono l’ambiente. Negli Usa il movimento Occupy Wall Street ha lanciato con successo la proposta di mostrare il dissenso chiudendo i conti correnti e trasferendoli presso banche etiche che seguono strategie diverse.
Credo che in Italia dovremo fare lo stesso. Per quanto ci riguarda abbiamo quindi deciso di agire in questa direzione innanzi tutto chiudendo i nostri conti correnti, e trasferendoli presso una banca etica che segue principi diversi nella gestione del credito.

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