Gli affari d’oro della TTT srl: soldi, case sedi in Canada e un manager targato Rutelli
La società dell'ex tesoriere della Margherita - indagato per appropriazione indebita - al centro di un business che intreccia 'consulenze' pagate a peso d'oro e investimenti sul mattone. L'appartamento romano è stato acquistato da Giuseppe L'Abbate, manager pugliese e membro del cda di Europa, il quotidiano del partito: ma lui dice che è solo una casualità
La casa romana di via di Monserrato acquistata da Lusi
Naviga nell’oro la Ttt di Luigi Lusi. Una piccola srl con soli 50 mila euro di capitale sociale viene letteralmente sommersa di denaro. In tre anni, tra il 2008 e il 2010, la Ttt incassa oltre 11 milioni di euro. I soldi, come ha confessato lo stesso senatore Lusi, arrivano dai conti della Margherita, che apparentemente paga laute consulenze. Ma alla Ttt queste prestazioni non costano quasi niente. Nel 2010, a fronte di ricavi per 4 milioni 765 mila euro, i costi della produzione non superano i 188 mila euro, dei quali meno di 40 mila euro sono i costi del personale. Rimane un utile di 4,5 milioni, su cui la Ttt paga tasse per quasi un milione e mezzo.
Coincidenze “editoriali” Ma per capire meglio la vicenda, tutt’altro che chiarita nonostante le ammissioni del tesoriere dell’ex partito di Francesco Rutelli, conviene andare a vedere dove va a finire quel fiume di euro dopo aver transitato nella Ttt. E allora si scopre che nell’ottobre del 2008 ben 2,2 milioni sono andati a un manager che si chiama Giuseppe L’Abbate. E’ lui a vendere a Ttt, e cioè a Lusi, un appartamento di prestigio nel cuore di Roma, in via di Monserrato. L’Abbate non è un venditore qualsiasi. Il suo nome è ben conosciuto ai vertici della Margherita, visto che siede nel consiglio di amministrazione della società che pubblica Europa, il quotidiano del partito. Insomma, L’Abbate, classe 1968, non può non conoscere Lusi, che di quella stessa società è consigliere e membro del comitato esecutivo. Quindi, stando alle carte che il Fatto ha consultato, sembra quasi un affare in famiglia. Un uomo targato Margherita vende e un uomo targato Margherita compra. E l’affare vale oltre 2 milioni di euro. L’Abbate nega. “Certo, conosco il senatore Lusi – dichiara al Fatto il manager – ma non sapevo che dietro la società Ttt ci fosse proprio lui”. Insomma, par di capire, sarebbe tutta una coincidenza. Lusi, che prende in affitto la casa dalla Ttt (canone 2.500 euro al mese) va a vivere nella casa che gli ha venduto L’Abbate, il collega nel consiglio di amministrazione di Europa. L’Abbate però dichiara di non saperne niente. Singolare.
Castelli e paradisi Certo è che la piccola Ttt continua a spendere alla grande. Sempre nel 2008, per dire, compra dall’imprenditore Cristiano Berloco una grande villa a Genzano, località dei Castelli romani. Prezzo: 2 milioni di euro. Berloco vende la società Immobiliare Paradiso, a cui è intestata la grande casa in campagna. Una casa che, a quanto pare, ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione. Nel solo 2010 la Ttt trasferisce alla sua controllata Immobiliare Paradiso oltre un milione di euro, che vengono in buona parte impiegati per mettere a nuovo il palazzo. Già che c’è Lusi trasferisce a Genzano, a poca distanza dalla casa appena acquistata, una sede distaccata del suo studio legale di via Giambattista Vico a Roma. Ma l’ex tesoriere della Margherita, avvocato cassazionista, come si definisce nel suo sito, si era lanciato anche oltrefrontiera. Addirittura a Toronto, in Canada, dove aveva aperto un ufficio. E guarda caso, l’indirizzo della sede canadese dello studio Lusi risulta identico a quello della Luigia Ltd. Cioè la società canadese a cui fa capo il controllo della Ttt. Tirando le somme, tra affari immobiliari e altre spese, la società del senatore rutelliano ha investito in tre anni non più di 6 milioni di euro. E il resto? Che fine hanno fatto gli altri cinque milioni sottratti ai conti della Margherita e finiti nelle casse della Ttt? Semplice, Lusi li aveva messi a bilancio come profitti. E ci aveva pure pagato le tasse. Oltre 3 milioni di euro di imposte, secondo quanto risulta dai bilanci, versate all’erario tra il 2008 e il 2010, lasciando utili complessivi al netto delle tasse nei tre anni di oltre 6 milioni.
Il mistero del sig. Piva Ma chi è l’amministratore unico della Ttt? Si chiama Paolo Piva e Francesco Rutelli sicuramente lo conosce bene. Infatti il 25 settembre 2000, quando la Corte dei conti lo condannò, come sindaco di Roma, a rifondere l’erario del costo ingiustificato di una consulenza da 134 milioni di lire affidata a Luigi Lusi (perché non possedeva “i requisiti di elevata professionalità richiesti”), nella stessa sentenza c’era analoga condanna per analoga ingiustificata consulenza data a Piva. Ingaggiato per indicare alla giunta Rutelli la strada giusta in tema di “piano urbano parcheggi, la tariffazione della sosta, la revisione del sistema di trasporto a mezzo taxi e la riorganizzazione della rete distributiva carburanti”, il Piva veniva, come Lusi, declassato dalla Corte dei Conti a individuo privo del “alto grado di professionalità” richiesto dalla normativa, anche perché i magistrati contabili hanno accertato che si occupava solo di rapporti con le lobby interessate. Piva ha comunque a lungo lavorato presso il Campidoglio, finendo assunto all’azienda tramviaria Atac e poi in pensione. Di lui, nato professionalmente come sindacalista dei benzinai, si ricorda il legame stretto con il defunto Mario Di Carlo, presidente dell’Atac, poi assessore comunale, poi alla Regione Lazio, rutelliano di ferro. Ed ecco che Lusi gli affida la guida della Ttt, dove Piva, emette le fatture che le casse della Margherita pagano puntualmente, stipula con L’Abbate il contratto di acquisto dell’appartamento di via Monserrato e poi firma i bilanci floridi di cui sopra. Interpellato dal Fatto, Piva ha preferito declinare la richiesta di delucidazioni limitandosi a dichiarare che non era “interessato a proseguire la conversazione”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
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Giustizia & Impunità
Gli affari d’oro della TTT srl: soldi, case
sedi in Canada e un manager targato Rutelli
La società dell'ex tesoriere della Margherita - indagato per appropriazione indebita - al centro di un business che intreccia 'consulenze' pagate a peso d'oro e investimenti sul mattone. L'appartamento romano è stato acquistato da Giuseppe L'Abbate, manager pugliese e membro del cda di Europa, il quotidiano del partito: ma lui dice che è solo una casualità
Naviga nell’oro la Ttt di Luigi Lusi. Una piccola srl con soli 50 mila euro di capitale sociale viene letteralmente sommersa di denaro. In tre anni, tra il 2008 e il 2010, la Ttt incassa oltre 11 milioni di euro. I soldi, come ha confessato lo stesso senatore Lusi, arrivano dai conti della Margherita, che apparentemente paga laute consulenze. Ma alla Ttt queste prestazioni non costano quasi niente. Nel 2010, a fronte di ricavi per 4 milioni 765 mila euro, i costi della produzione non superano i 188 mila euro, dei quali meno di 40 mila euro sono i costi del personale. Rimane un utile di 4,5 milioni, su cui la Ttt paga tasse per quasi un milione e mezzo.
Coincidenze “editoriali”
Ma per capire meglio la vicenda, tutt’altro che chiarita nonostante le ammissioni del tesoriere dell’ex partito di Francesco Rutelli, conviene andare a vedere dove va a finire quel fiume di euro dopo aver transitato nella Ttt. E allora si scopre che nell’ottobre del 2008 ben 2,2 milioni sono andati a un manager che si chiama Giuseppe L’Abbate. E’ lui a vendere a Ttt, e cioè a Lusi, un appartamento di prestigio nel cuore di Roma, in via di Monserrato. L’Abbate non è un venditore qualsiasi. Il suo nome è ben conosciuto ai vertici della Margherita, visto che siede nel consiglio di amministrazione della società che pubblica Europa, il quotidiano del partito. Insomma, L’Abbate, classe 1968, non può non conoscere Lusi, che di quella stessa società è consigliere e membro del comitato esecutivo. Quindi, stando alle carte che il Fatto ha consultato, sembra quasi un affare in famiglia. Un uomo targato Margherita vende e un uomo targato Margherita compra. E l’affare vale oltre 2 milioni di euro. L’Abbate nega. “Certo, conosco il senatore Lusi – dichiara al Fatto il manager – ma non sapevo che dietro la società Ttt ci fosse proprio lui”. Insomma, par di capire, sarebbe tutta una coincidenza. Lusi, che prende in affitto la casa dalla Ttt (canone 2.500 euro al mese) va a vivere nella casa che gli ha venduto L’Abbate, il collega nel consiglio di amministrazione di Europa. L’Abbate però dichiara di non saperne niente. Singolare.
Castelli e paradisi
Certo è che la piccola Ttt continua a spendere alla grande. Sempre nel 2008, per dire, compra dall’imprenditore Cristiano Berloco una grande villa a Genzano, località dei Castelli romani. Prezzo: 2 milioni di euro. Berloco vende la società Immobiliare Paradiso, a cui è intestata la grande casa in campagna. Una casa che, a quanto pare, ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione. Nel solo 2010 la Ttt trasferisce alla sua controllata Immobiliare Paradiso oltre un milione di euro, che vengono in buona parte impiegati per mettere a nuovo il palazzo. Già che c’è Lusi trasferisce a Genzano, a poca distanza dalla casa appena acquistata, una sede distaccata del suo studio legale di via Giambattista Vico a Roma. Ma l’ex tesoriere della Margherita, avvocato cassazionista, come si definisce nel suo sito, si era lanciato anche oltrefrontiera. Addirittura a Toronto, in Canada, dove aveva aperto un ufficio. E guarda caso, l’indirizzo della sede canadese dello studio Lusi risulta identico a quello della Luigia Ltd. Cioè la società canadese a cui fa capo il controllo della Ttt. Tirando le somme, tra affari immobiliari e altre spese, la società del senatore rutelliano ha investito in tre anni non più di 6 milioni di euro. E il resto? Che fine hanno fatto gli altri cinque milioni sottratti ai conti della Margherita e finiti nelle casse della Ttt? Semplice, Lusi li aveva messi a bilancio come profitti. E ci aveva pure pagato le tasse. Oltre 3 milioni di euro di imposte, secondo quanto risulta dai bilanci, versate all’erario tra il 2008 e il 2010, lasciando utili complessivi al netto delle tasse nei tre anni di oltre 6 milioni.
Il mistero del sig. Piva
Ma chi è l’amministratore unico della Ttt? Si chiama Paolo Piva e Francesco Rutelli sicuramente lo conosce bene. Infatti il 25 settembre 2000, quando la Corte dei conti lo condannò, come sindaco di Roma, a rifondere l’erario del costo ingiustificato di una consulenza da 134 milioni di lire affidata a Luigi Lusi (perché non possedeva “i requisiti di elevata professionalità richiesti”), nella stessa sentenza c’era analoga condanna per analoga ingiustificata consulenza data a Piva. Ingaggiato per indicare alla giunta Rutelli la strada giusta in tema di “piano urbano parcheggi, la tariffazione della sosta, la revisione del sistema di trasporto a mezzo taxi e la riorganizzazione della rete distributiva carburanti”, il Piva veniva, come Lusi, declassato dalla Corte dei Conti a individuo privo del “alto grado di professionalità” richiesto dalla normativa, anche perché i magistrati contabili hanno accertato che si occupava solo di rapporti con le lobby interessate. Piva ha comunque a lungo lavorato presso il Campidoglio, finendo assunto all’azienda tramviaria Atac e poi in pensione. Di lui, nato professionalmente come sindacalista dei benzinai, si ricorda il legame stretto con il defunto Mario Di Carlo, presidente dell’Atac, poi assessore comunale, poi alla Regione Lazio, rutelliano di ferro. Ed ecco che Lusi gli affida la guida della Ttt, dove Piva, emette le fatture che le casse della Margherita pagano puntualmente, stipula con L’Abbate il contratto di acquisto dell’appartamento di via Monserrato e poi firma i bilanci floridi di cui sopra. Interpellato dal Fatto, Piva ha preferito declinare la richiesta di delucidazioni limitandosi a dichiarare che non era “interessato a proseguire la conversazione”.
di Vittorio Malagutti e Giorgio Meletti
da Il Fatto Quotidiano del primo febbraio 2012
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.