Conoscete Umberto Palazzo? È una delle figure di spicco della recente musica italiana, capace di agitare i meandri infiniti del sottobosco musicale nostrano, grazie all’uscita di un disco che molto ha fatto parlare: Canzoni della Notte e della Controra, in altre parole il debutto solista di un poeta del nostro tempo.

Provando a saltare i convenevoli, vorrei lasciare spazio alle “9 domande 9” poste ad Umberto, il quale si appresta a riprendere il tour a supporto dell’album con l’arrivo della primavera.

1 • Umberto, in verità la tua carriera pone le radici in un passato vicino e soprattutto lontano. Proviamo a tracciare le tue coordinate…
Nel 1981 ho fondato una band post punk, gli Aut Aut. Dopo essermi trasferito a Bologna ho suonato con gli Allison Run e Ugly Things.  Nel ’91 ho fondato i Massimo Volume e due anni dopo il Santo Niente, gruppo con il quale sono entrato a far parte della scuderia del Consorzio Suonatori Indipendenti. Il ritorno in Abruzzo, coincide con la mia attività da Dj e con la direzione artistica del Wake Up: in nove anni ho organizzato circa trecento concerti, rifondato il Santo Niente e dato il via ad altri progetti discografici come El Santo Nada (una guitar band dedita al recupero delle atmosfere spaghetti western). Ai giorni nostri è uscito il mio disco solista.

2 • Se dico Massimo Volume cosa rispondi?
Alla fine degli anni ottanta, in Italia c’erano meno band alternative, ma la situazione era simile ad oggi, vale a dire che i gruppi di maggior successo erano piuttosto anacronistici rispetto ai fermenti che agitavano le avanguardie mondiali ed erano ancorati a modelli e stilemi di almeno un decennio prima. Massimo Volume è stata la mia reazione prima di tutto intellettuale a ciò, ma poi il progetto mi è sfuggito di mano ed è andato da un’altra parte; comunque ha svolto egregiamente la sua funzione.

3 • Che rapporto hai con i ricordi?
Penso che l’immaginazione sia molto più importante della memoria e che un buon narratore debba essere un credibile bugiardo prima di tutto.

4 • La musica in Italia: sei d’accordo se dico che il fermento collegato al sottobosco musicale è tornato ad essere più vivo che mai?
L’underground sotto l’underground è una terra incognita piena di meravigliose sorprese, molto più interessanti dei gruppi alternativi che hanno successo, che hanno successo anche perché in fondo non rappresentano una sfida per l’ascoltatore underground medio.

5 • Cosa pensi delle tribute band?
A volte l’operazione è condotta con grande ironia e allora posso persino divertirmi, ma in generale quelle “serie” mi fanno tristezza.

6 • Parliamo del tuo disco, partendo dal titolo.
S’intitola “Canzoni della notte e della controra”. 
Ho provato ad immaginare come sarebbe stata la musica d’autore se il rock non ci fosse mai stato, quindi ho cercato di creare un genere immaginario che ho chiamato pre-rock, fatto con i materiali musicali che esistevano all’alba degli anni sessanta e la tecnologia di oggi, più lo spirito un po’ sinistro della contemporaneità.

7 • Proviamo ad immaginare una telefonata di Morandi a Umberto Palazzo: Andresti a San Remo?
Sì, se mi facessero fare quello che voglio e quello che voglio è un’esibizione in bianco e nero. Scherzi a parte, quello che ho cercato di riprodurre è il cosiddetto “suono grigio”, il suono che avevano i dischi quando la TV era in bianco e nero. Ho usato solo un riverbero a molle, un eco a nastro e quella bella compressione valvolare un po’ distorta tipica delle interpretazioni vocali in diretta. L’immaginario delle edizioni storiche del Festival fa parte delle “Canzoni della notte e della controra”, quindi, a livello romantico, non potrei dire di no.

8 • Cosa pensi di gruppi come Subsonica Afterhours e Marlene Kuntz? Ritieni coerente la loro scelta di andare a San Remo?
Sono band che devono tantissimo alla televisione. Non c’è differenza  fra San Remo, MTV e il Concertone; sempre di televisione si tratta e in TV si gioca sempre con le regole della TV. L’importante è che la canzone sia la migliore possibile o che sia in qualche modo significativa.

9 • Parliamo di Facebook, più che un account il tuo è a tutti gli effetti una piccola comunity. Quello che voglio dire è che il seguito che hai sulla tua pagina è incredibile! La gente ti vuole bene, è quello che balza subito all’occhio. La tua popolarità sembra fondata proprio su questo…
Credo che dipenda dal fatto che il mio punto d’osservazione  è piuttosto particolare: gioco in molti ruoli, ho vissuto molte vite, intrattengo rapporti con l’estero, conosco un sacco di persone, so come vanno le cose in certi ambienti, ma non me ne approfitto. Diciamo che mi viene riconosciuto, con tutti i difetti che ho e tutte le cazzate che posso dire, un certo fair play.

Il blog che tengo su Il Fatto, si chiama “9 canzoni 9 di … Marco Pipitone”: ad ogni cosa, situazione o persona, corrispondono nove canzoni ideali. Vorresti dirmi quali potrebbero essere le “9 canzoni 9 … di Umberto Palazzo”?
Credo che uno dei mali nazionali sia l’ossessivo attaccamento al passato, una psicosi collettiva. “Novità” per l’italiano ormai vuol dire una differente cosa vecchia.  Io sto facendo l’esercizio di ascoltare solo musica prodotta negli ultimi dodici mesi.

Quindi…

9 canzoni 9 del 2011 … di Umberto Palazzo

Lato A

Art Of Almost • Wilco

Bizness • Tune Yards

Tree By The River • Iron And Wine

Bardo Thodol • Demdike Stare

Lato B

Desert RavenJonathan Wilson

Judges •  Colin Stetson

La Bianchezza Della Balena • Vinicio Capossela

The Heart Is Willing • AA Bondy

Black Water • Timber Timbre

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Birkenau e quei bottoni di madreperla

next
Articolo Successivo

‘Il mistero di London Eye’ e Ted che non sa dire le bugie, giallo sul mondo della disabilità

next