“Terroni”, un modo sprezzante di identificare le persone di origine meridionale, purtroppo così comune per molta parte degli italiani, è diventato, per provocazione, anche il titolo di un testo teatrale. Di teatro-canzone, per l’esattezza, e a portarlo (con maestrìa) in scena, dal 7 al 19 febbraio al Teatro dell’Angelo di Roma, è Roberto D’Alessandro, che, tratto dal bestseller di Pino Aprile, lo ha adattato e musicato (con i brani di Domenico Modugno e Eugenio Bennato, che si esibirà dal vivo il 7 febbraio).
“Centocinquant’anni di menzogne”, recita il sottotitolo: “Volevamo – spiega D’Alessandro – far conoscere al maggior numero di persone possibile la storia dell’Unità d’Italia, di quanto fin’ora taciuto dalla storiografia ufficiale sugli eccidi compiuti durante la così detta lotta al brigantaggio, sugli squilibri tra nord e sud su cui fu basata tutta l’economia del nascente Regno D’Italia, su come di fatto l’Unità fu un atto di conquista sleale e scorretto da parte del Piemonte a danno del Regno delle due Sicilie”.
In pratica, si tratta di uno spettacolo di storia politica e di riscossa, sia sociale che economica, per ribellarsi a quella “deliberata volontà di mantenere il Sud in una condizione coloniale”, a quanto qui si sostiene ancora più che mai viva: “Se non si ristabilirà la verità su ciò che è accaduto 150 anni fa – continua D’Alessandro – l’Italia non vivrà mai alcuna pacificazione. La creazione di una supposta e sostenuta minorità Meridionale è l’atto più grave che i fratelli del nord hanno fatto ai danni dei fratelli del sud”.
E’ la stessa tesi dell’autore del libro, Pino Aprile, che col suo lavoro ha ripercorso la storia di quella che per alcuni fu conquista e per altri liberazione facendo emergere una serie di eventi (fino ad oggi negati) che gettano luce per una nuova lettura del trionfalismo nazionalistico. Un libro e un testo teatrale che impegnano tutti, nessuno escluso. Bellissimi anche i costumi di Salvatore Argento e Annamaria Pisapia e l’allestimento scenico di Clara Surro.