Sarà la rabbia di non esserlo più, ma tutti delirano volentieri sui giovani: bamboccioni per il compianto ministro Padoa-Schioppa, sfigati per l’attuale viceministro Michel Martone, per il tecnocrate Monti sarebbero, addirittura, dei codardi che sognano il posto fisso, inebetiti da obiettivi piccolo borghesi, quali guadagnarsi uno stipendio tutti i mesi. E, forti di quella sicurezza, affittare una casa, sganciarsi da mamma e papà, e, magari, diventare mamme e papà a loro volta.
“Il posto fisso è pure monotono”, dice il Professore. E, come sempre, ha ragione. Peccato che, come sempre, si rivolga alle élite e non a tutti. Ci sarà pure qualche number one che, stimolato dalla miseria, scopre il vaccino contro il cancro. Ci sarà pure qualche vagabondo compulsivo che, appena imparato un mestiere, schizza contento a farne un altro, magari a mille chilometri di distanza. Ci sarà pure qualche sgobbone che riesce a bypassare schiere di raccomandati e farsi notare in una società più parentocentrica che meritocratica.
Ma la maggioranza di questa che troppi ormai presentano come la “peggio gioventù”, con tutto il rispetto per il suo snobismo, Maestro Monti, in un Paese ridotto come l’Italia (non per colpa sua, ma nemmeno per colpa loro, o nostra), nutre, al momento, più bisogni che desideri. Sogna in piccolo per sedimentata delusione. Non per mancanza di fantasia.
Il Fatto Quotidiano, 3 Febbraio 2012