Treni in ritardo di sei ore. Strade nel caos. Niente più latte fresco nei supermercati. Scuole chiuse per tre giorni. È scoppiata forse scoppiata la guerra? No, ha nevicato.
Ormai ogni anno la neve paralizza il paese per giorni. Spostarsi diventa impossibile, per azionare i cambi dei binari devono intervenire operai specializzati con le fiamme ossidriche. I vigili del fuoco ricevono centinaia di telefonate di persone rimaste bloccate “in mezzo al nulla”. Le strade di tutte le città italiane sono semi impraticabili, e ognuno se la prende col proprio sindaco. C’è da chiedersi come sia possibile nel 2012, in uno dei paesi che siede tra le otto potenze più rilevanti del pianeta, che un po’ di neve mandi in panne un sistema intero.
In fondo non è una cosa imprevedibile che all’inizio di febbraio possa nevicare. E i problemi che la neve causa sono sempre gli stessi. Eppure il treno che collega Forlì a Cesena, de doveva percorrere la miseria di venti chilometri, è rimasto bloccato per otto ore con i passeggeri “imprigionati” dentro al freddo a cui Trenitalia, per ingannare l’attesa, ha offerto panini e bevande calde a pagamento! Questa è la dimostrazione pratica che l’Italia non merita di essere considerato un paese civile. Un paese dell’Europa progredita. Altro che barzellette di Berlusconi, altro che capitan Schettino, è la banalità di una nevicata a evidenziare come l’Italia sia in fondo un paese divertente, ma non certo una nazione progredita, e forse sappiamo a chi tirare palle di neve per questo.