Quando l’altro ieri Mitt Romney, il candidato repubblicano con più probabilità di sfidare Barack Obama il prossimo novembre, ha scelto di legare la sua immagine a quella di Donald Trump, può averlo fatto per un solo motivo: distogliere l’attenzione dalla sua improbabile ricetta per affrontare la recessione americana.

“Non mi preoccupo per i più poveri, loro hanno una rete di sicurezza. Neanche per i più ricchi, che stanno bene. Mi preoccupo per il cuore dell’America, quel 90,95% di americani che ce la fa a stento”, ha detto l’ex governatore mormone del Massachusetts.

Tralasciamo l’improbabile parallelo che Romney fa tra i due estremi della società (lui, con un patrimonio personale di 250 milioni di dollari, si mette sullo stesso piano di chi rischia di perdere la casa e non può permettersi di ammalarsi). Il fatto è che il tentativo di ingraziarsi la classe media – categoria quasi astratta tanto è ampia – a scapito dei più emarginati, si è ritorto contro l’ex governatore a tal punto che pure il concorrente Newt Gingrich l’ha sbeffeggiato pubblicamente: “Al contrario di Romney, penso che dovrebbe importarci dei più poveri…”

Se non per altro, almeno per strategia politica, visto che circa un quarto degli elettori repubblicani ha un reddito annuo inferiore ai 30mila dollari e sostiene che “il governo non fa abbastanza” per aiutare chi è in difficoltà.

Ecco allora il dietrofront in pure stile berlusconiano: “Mi sono espresso male”, ha detto ieri il finanziere di Bain Capital. Davvero? La stampa americana, per evitare che il mormone venisse ulteriormente frainteso, ha pubblicato una decina di interventi pubblici degli ultimi mesi in cui Romney ripeteva le stesse identiche frasi, in testa a tutte: “Non mi preoccupo per i più poveri”.

Che Trump lo aiuti, prima che gli elettori scoprano che nel piano di tagli dei Repubblicani, se vincessero la corsa alle presidenziali, una sforbiciatina anche alla “rete di sicurezza” sarebbe garantita.

Intanto il team di Obama gode in silenzio. E col massimo del savoir faire posta su Twitter l’endorsement del platinato Trump – soprannominato “il cospiratore del certificato di nascita” visto che sosteneva che Obama non fosse americano – sul palcoscenico di Las Vegas: “Nel caso ve lo siate persi”.

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