E’ appena uscito un mio articolo[1] su una rivista scientifica estera nel quale ho dato un contributo ad un dibattito interessante che si ha attualmente nella comunità scientifica internazionale, e in particolare degli Stati Uniti, sulla questione dei cambiamenti climatici[2].
Per riassumervelo in una frase: gli scienziati “negazionisti” americani, avendo ormai dovuto riconoscere come realtà l’incremento della temperatura globale, provano ad attribuirne la causa non già all’effetto serra, ma all’aumento della potenza del Sole negli ultimi decenni. Lo “scopo del gioco” è evidente: se l’effetto serra non è responsabile dell’incremento globale di temperatura, allora possiamo continuare a bruciare combustibili fossili, e il Protocollo di Kyoto e le sue limitazioni – che per certi paesi industrializzati possono essere un “fastidio” economico – possono essere tranquillamente disattesi.
La temperatura media della superficie terrestre è in crescita sin dalla seconda metà dell’Ottocento. Nel 20° secolo e primo decennio dell’attuale, l’incremento è stato di 0.8 °C. Lo spessore dei ghiacci dell’Antartide durante la fase estiva-autunnale si è ridotto di circa il 40% durante gli ultimi decenni. Il livello del mare è salito di 10-20 cm nel corso del 20° secolo. La frequenza di eventi atmosferici catastrofici è cresciuta, con la comparsa di fenomeni quali El Nino ed altri (ho riportato in fondo un paio di miei articoli in italiano per approfondire e trovare altri riferimenti).
L’influenza di fattori diversi sul clima si può confrontare introducendo il concetto di “Radiative Forcing” ((RF). Esempi di RF positivo , che porta ad un incremento di temperatura, sono i gas-serra e l’aumento della potenza del Sole, mentre RF negativo hanno certi tipi di aerosol oppure, fra i fattori naturali, le esplosioni vulcaniche.
Fra i principali gas-serra (CO2, CH4, CFC e N2O), la concentrazione di CO2 è salita del 31% dal 1750 ad oggi, raggiungendo un livello mai toccato. Circa il 75% dell’incremento di concentrazione della CO2 è attribuito alle emissioni derivanti dall’uso di combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale). Il restante 25% è attribuito alla deforestazione. Anche i clorofluorocarburi (CFC), oltre ad avere una azione negativa verso la fascia d’ozono, sono gas-serra. Un confronto fra gli RF dei vari gas serra ci porta ad attribuire alla CO2 il 60% dell’effetto-serra dal 1750 ad oggi, contro il 19% circa del CH4, il 13% circa dei CFC, il 6% circa del N2O.
Esaminando i dati dell’ultimo secolo, si vede che ai fattori naturali (oscillazioni della potenza solare, eruzioni vulcaniche) è attribuito un contributo assai piccolo ai mutamenti climatici. Prima dell’avvento dei satelliti i dati relativi alla potenza del Sole erano incerti; ma sono state eseguite ricostruzioni basate sull’andamento delle macchie solari, e sulla produzione di alcuni nuclidi radioattivi seminaturali, come il 10Be e 14C, la cui presenza più o meno elevata dipende dall’azione dei raggi solari sull’atmosfera. Dal 1979, l’irraggiamento solare è effettivamente aumentato del 0,08 – 0,1%. Grazie a questi dati si arriva a determinare come il RF dovuto all’aumento della potenza solare sia circa un decimo rispetto a quello dei gas serra. Il contributo del sole all’innalzamento della temperatura globale dell’ultimo secolo pertanto esiste, ma è molto piccolo, responsabile al più di 0,1 – 0,2°C: il resto, purtroppo, è proprio dovuto all’effetto serra causato dall’anidride carbonica e gli altri gas climalteranti.
E’ importante allora che i provvedimenti sulle riduzioni delle emissioni climalteranti siano presi e seguiti velocemente: quando una nave assai pesante è lanciata con discreta velocità verso una scogliera, occorre iniziare a fare “macchina indietro” prima possibile, per poterla fermare in tempo. I modelli di previsione ci suggeriscono che potremmo farlo, sebbene qualche danno è ormai inevitabile. Per ora, purtroppo, chi è al governo della nave – cioè del mondo – sta ulteriormente forzando le macchine in avanti.
Approfondimenti:
[1] M. Zucchetti, The impact of Natural and Anthropogenic Forcing on Past and Present Global Climate Change, Journal of International Environmental Application and Science, Vol. 6(5): 630-635 ( 11)
[2] Molti dati si trovano nei rapporti del IPCC (Panel Intergovernativo sul Cambiamento del Clima), www.ipcc.ch – un gruppo dei maggiori esperti a livello mondiale sui problemi climatici, costituito sin dal 1988, dell’UNEP (Agenzia per l’Ambiente delle Nazioni Unite, www.unep.org ) e del WMO (World Meteorological Organization, www.wmo.int ).