Ambiente & Veleni

Non ha mai funzionato ed è sotto inchiesta <br/> Eppure il Sistri vince il premio internazionale

I giudici che hanno conferito l'Innovation Awards 2012, non si accorgono che non è mai entrato in funzione. Di più: la procura di Napoli indaga per associazione a delinquere il numero uno di Selex società di Finmeccanica

Vince il Sistri. Il sistema di tracciabilità dei rifiuti, progettato da Selex Se.ma. (service management), società del gruppo Finmeccanica, si è aggiudicato l’Innovation Awards 2012, sezione ‘Most society impacting network of the year’, premio assegnato da Cisco, colosso dell’informatica. Un orgoglio italiano, anzi mondiale, il Sistri che ha un solo piccolo problema non è mai entrato in funzione e la gara per l’assegnazione è oggetto di una inchiesta della Procura di Napoli.

Nonostante tutto è riuscito a battere, riporta il sito di Cisco, gli altri due finalisti della sezione un progetto spagnolo e uno della Repubblica Ceca. Proprio in questi giorni il Sistri, sulla carta, rivoluzionario sistema che dovrebbe seguire i rifiuti dalla nascita alla morte, è stato oggetto di un nuovo rinvio nel decreto milleproroghe. L’inizio della sperimentazione è stato posticipato al 30 giugno prossimo, con la previsione di diverse variazioni nell’utilizzo, ma gran parte del mondo industriale è per la sua cancellazione.

Al momento gli unici ad aver pagato sono stati proprio gli imprenditori che hanno versato la quota annuale di iscrizione, i costi per l’apparecchiatura, senza aver mai utilizzato il servizio, oggetto di continue e numerose proroghe dopo il terribile maggio 2011. Il giorno di prova, il click day, si trasformò in un incubo per l’impossibilità di accedere al sistema, il cattivo funzionamento delle usb in dotazione, il cervellone di Selex andò in avaria, così come la credibilità dell’allora ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che aveva più volte assicurato la partenza del Sistri.

Un sistema definito dagli esperti ‘anacronistico’ nel contrasto alle ecomafie. Non c’è solo la falsa partenza e le continue proroghe, sull’assegnazione dell’appalto alla Selex Sema di Finmeccanica è in corso un’inchiesta della Procura di Napoli, pm Marco Del Gaudio e Catello Maresca. Un’inchiesta ancora nella fase di indagine preliminare, ma non si escludono possibili colpi di scena dopo le perquisizioni effettuate tra giugno e luglio dello scorso anno nella sede di Selex a Roma e i riscontri trovati alle ipotesi formulate dalla pubblica accusa. I pm procedono per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’abuso d’ufficio, alle false fatturazioni a carico di Sabatino Stornelli, numero uno di Selex Sema (ancora al suo posto), il fratello Maurizio Stornelli, Luigi Pelaggi, già capo segreteria del ministero dell’ambiente e l’imprenditore Francesco Paolo Di Martino. Secondo l’accusa l’affidamento del Sistri e la relativa gestione “sono avvenuti con affidamento diretto, pertanto, in violazione della normativa sui contratti pubblici”. Sul progetto, affidato a Selex, l’allora governo Prodi pose il segreto di stato.

Non solo. Il filone di indagine che potrebbe riservare novità è quello relativo al flusso di denaro girato da Selex a una società che avrebbe affittato fittiziamente edifici e a altre imprese con l’ipotesi della creazione di fondi neri attraverso false fatturazioni. Partite contabili anomale nei rapporti tra Selex e Di Martino così come “appare fin da ora macroscopico – si legge nel decreto di sequestro – l’effetto provocato dall’interposizione fittizia di società, come la Advast srl, la Via com srl e l’istituto Santa Croce nell’aumento ingiustificato dei costi di aggiudicazione dei beni e gestione della attività connesse”. Il giro di denari è consistente.

In ballo ci sono quasi cento milioni (circa 60 milioni all’anno) che il Ministero ha ricevuto dagli imprenditori che hanno pagato il sistema in questi due anni, in attesa dell’entrata in funzione, e che dovrebbe girare a Selex con un ruolo giocato dalle banche attraverso il factoring. In attesa dei soldi del ministero Selex ha fatturato le proprie spese e ogni anno versa il 6-7% alle banche che anticipano il contante. I pm hanno spiegato in commissione ecomafie, nello scorso settembre, che sono in corso valutazioni per capire: “Se questa spesa ulteriore, che incide sui costi di gestione, possa aver danneggiato la qualità del servizio o dei prodotti offerti”. Le imprese hanno avviato anche azioni legali per la restituzione dei soldi spesi senza aver mai ricevuto un servizio.

Anche nella mega inchiesta P4 è spuntato il Sistri con l’interessamento del faccendiere Luigi Bisignani. Nulla da dire il sistema di tracciabilità dei rifiuti ha le carte in regola per mettere un premio in bacheca.