Piazza Tahrir sembra tornata indietro di qualche mese, quando a fine novembre i manifestanti e la polizia si scontrarono per quasi una settimana. Più di 80 egiziani morirono in quei giorni. La protesta contro il massacro di Port Said della settimana scorsa si è trasformata in un assedio al Ministero degli Interni, e dal Cairo si è allargata in altre città. Centinaia i feriti e almeno 10 i morti. I manifestanti ripetono che i fatti di Port Said, come l’ondata di violenze di questi giorni, sono parte di preciso piano della Giunta Militare e del governo, che stanno tentando di gettare il paese nel caos, per poter reintrodurre la legge militare, in vigore da trent’anni e fatta decadere, ma solo parzialmente, il 25 gennaio dal generale Tantawi. di Cosimo Caridi