Cronaca

Marche, l’esercito interviene <br/>a spalare la neve. Ma si fa pagare

I militari intervengono a Urbino e Ancora ma dieci spalatori costano settecento euro al giorno, più vitto e alloggio. "Non voglio fare polemica - dice il presidente della Provincia di Pesaro-Urbino Matteo Ricci - ma non mi sembra giusto"

I mezzi dell'esercito nella neve (foto da Sora24.it)

I sindaci alle prese con l’emergenza neve, vogliono l’aiuto dei militari dell’Esercito? Nessun problema, basta pagare: 700 euro al giorno per dieci spalatori (cioè soldati con una pala in mano), più il vitto, e l’alloggio. E’ quanto sta pagando, spinto da un’emergenza che si fa ogni ora più grave, il Comune di Urbino: nel circondario la neve ha raggiunto i 3-4 metri di altezza, l’accesso a singole abitazioni e intere frazioni è sempre più difficile, e i mezzi a disposizione non bastano più.

Decisamente più salato si prospetta il conto del Comune di Ancona, che proprio stamani ha reclutato 14 spalatori del 28/o Reggimento di Pesaro e 17 militari (più sei mezzi spazzaneve) in arrivo da Piacenza, per liberare le frazioni rimaste off limits. E così ogni altro Comune che necessiti di un supporto analogo. “Non voglio fare polemiche, in un momento così drammatico le istituzioni devono collaborare, e non polemizzare” premette il presidente Pd della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci, che ha sollevato il tema. “Ma non mi sembra giusto che lo Stato faccia pagare i Comuni in un frangente simile, quando raggiungere o non raggiungere un’abitazione, un borgo sepolto dalla neve è spesso questione di vita o di morte per anziani, malati, bambini. I Comuni e le Province sono già strozzati dal Patto di stabilità, stanno spendendo milioni di euro, che non hanno, per mettere in campo spazzaneve, pale meccaniche, servizi di prima necessità, e devono pagarsi pure l’Esercito…”.

Al sindaco di un piccolo comune della zona che aveva provato a saggiare il terreno è giunto un fax di risposta con un preventivo di 800 euro: doccia gelata, e la scelta di rinunciare all’impiego delle tute mimetiche. “Per fortuna – è l’amara ironia dell’assessore provinciale ai Lavori pubblici Massimo Galuzzi – Urbino risparmia qualcosa sull’alloggio: i militari arrivano al mattino da Pesaro, e tornano a dormire in caserma”.
Da qui, dalla prima linea di un territorio dove nevica da una settimana e il sistema rischia il collasso, le baruffe sulla neve a Roma appaiono “molto, molto lontane”.

“Le Forze armate non avanzano richieste onerose alle amministrazioni locali per intervenire” precisa in serata il ministero della Difesa. “Il problema dell’onerosità dei concorsi – spiega in una nota – riguarda i rapporti tra le Amministrazioni ministeriali”. Cioè, sembra di capire, i rapporti fra ministero della Difesa e degli Interni: i sindaci dovrebbero essere risarciti se e quando per i loro territori verrà dichiarato lo stato di emergenza. Stato di emergenza che la Regione Marche non ha chiesto, almeno per ora, perchè, lo ha ricordato il governatore Gian Mario Spacca, in base al decreto Milleproroghe a pagare sarebbero i cittadini”, costretti a subire, come proprio qui è già avvenuto con l’alluvione di un anno fa, un aumento delle accise sulla benzina.

Intanto, il ministro Giampaolo Di Paola “ha confermato al capo di Stato Maggiore della Difesa Biagio Abrate l’esigenza di utilizzare i reparti delle forze armate disponibili per fronteggiare l’emergenza neve”.