La Regione Emilia Romagna con 2 milioni e 700 mila euro coprirà da sola l'intero costo della sperimentazione del progetto Brave Dreams ideato dal chirurgo vascolare dell'università di Ferrara
Il chirurgo vascolare dell’università di Ferrara è da qualche anno al centro dell’interesse scientifico – e mediatico – per una intuizione che, se verificata, potrebbe alleviare le sofferenze dei malati di sclerosi multipla. Attraverso un microscopico intervento di angioplastica sarebbe possibile disostruire le vene giugulari dei pazienti, procurando sensibili miglioramenti sulla qualità della vita degli ammalati. Detto in parole tecniche: disostruzione delle vene extracraniche nei pazienti con sclerosi multipla e diagnosi di “insufficienza venosa cronica cerebrospinale”(Ccsvi).
Per valutare l’efficacia del’intervento è in piedi lo studio Brave Dreams (acronimo di BRAin VEnous DRainage Exploited Against Multiple Sclerosis), promosso dall’azienda ospedaliero universitaria di Ferrara e che vede Zamboni in veste di principale ricercatore. Al momento sono circa 700 le persone sottoposte al trattamento sotto il monitoraggio di 19 centri specializzati.
Il finanziamento di Brave Dreams era fino ad oggi il grande scoglio su cui tale sperimentazione si era arenata e le associazioni di malati avevano cercato di superare l’ostacolo attraverso le più disparate raccolte fondi. Ora invece “questa importante somma – commenta l’assessore alle politiche per la salute della Regione Carlo Lusenti –assicura la copertura di tutti i costi dello studio, anticipando anche quelli a carico delle Regioni in cui hanno sede gli altri Centri sede di sperimentazione”.
Sperimentazione necessaria per capire se davvero Zamboni ha scoperto la panacea ai mali della sclerosi multipla oppure se il relativo intervento di angioplastica venosa può comportare rischi o effetti collaterali. Di qui l’invito alla prudenza con cui Lusenti accompagna la notizia del finanziamento: “una sperimentazione è assolutamente indispensabile, vista la grande incertezza a livello nazionale e internazionale circa l’utilità clinica dell’intervento, per rispondere in modo serio alle comprensibili aspettative dei pazienti e dei loro familiari”.
L’assessore va oltre, considerando a questo punto – a copertura finanziaria avvenuta – “inutili” se non “dannose” le ulteriori iniziative di sostegno al Brave Dreams, “come quella della associazione Ccsvi nella Sm (che vede Nicoletta Mantovani come presidente onorario, ndr): rischiano di essere dannose per i pazienti stessi quando associano alla sperimentazione messaggi infondatamente positivi circa gli effetti di un trattamento la cui efficacia deve, appunto, essere ancora dimostrata”.