Il generale Inverno è arrivato in soccorso ai professori. Da quando si è installato con i suoi letali dieci centimetri di neve, non si parla più di tasse, di pensioni, di tagli, di macelleria sociale. A malapena regge l’articolo 18, ma se lo tirano addosso fiaccamente, in un “pink” pong un po ’ stereotipato, la signora Ministro e la signora Sindacato.
Tutto il volume di fuoco della stampa nazionale si è spostato: dalla politica alla meteorologia. Si scruta il cielo, con l’angoscia che era riservata agli indici mibtel. Riuscirò a partire? E se parto riuscirò a tornare? Ci sarà ancora lo zucchero al supermercato?
L’emergenza, comunque, è garantita. Ed è bene. Dell’emergenza non si può più fare a meno. Siamo tutti drogati da emergenza. Ci piace avere sempre un vigliacco, un incompetente, un bugiardo da condannare. Due settimane fa era Schettino, adesso è Alemanno. Variazioni sul tema dell’irresponsabilità personale!
Uno lascia la nave appena affonda, l’altro sparge il sale sulla pioggia e quando nevica l’ha finito. Che cosa voleva fare? Un Resort di Thalassoterapia? Roma Capitale Termale? Gli è andata male. E ha ripiegato su qualche sport invernale: pattinaggio involontario, sci di fango e lancio di palle da neve… che si aggiungono a tutte le altre.
Il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2012