“Penso che stia facendo di tutto per ottenere la massima popolarità per poi candidarsi, magari, anche alle prossime elezioni in Brasile”. Così, con ironia, Alberto Torregiani – figlio del gioielliere Pierluigi Torregiani, ucciso dai Pac nel 1980 – commenta la notizia. “L’unica cosa che posso immaginare è quella – sottolinea Torregiani, che rimase paralizzato nell’agguato al padre – a parte la stupidaggine di mettersi sempre in mostra. La regola di tutti gli ex terroristi è quella di stare in silenzio. A lui invece non frega niente, anzi più si parla di lui e più è contento. A questo punto gli manca solo la candidatura per essere onnipotente in modo completo. Tenendo conto poi di tutte le amicizie che ha in Brasile – commenta – non gli sarebbe nemmeno così difficile”. “Resta solo l’amarezza – prosegue Torregiani – di constatare che i giornali danno più rilievo a queste cose piuttosto che ad altre più importanti come al fatto che il Governo non stia muovendo un dito per risolvere questo caso. A questo punto – conclude – dovrò muovermi da solo e sto pensando di piazzarmi con una tenda davanti all’Ambasciata brasiliana a Roma per attirare almeno l’attenzione dell’opinione pubblica”.