La burocrazia sta alle coronarie e al fegato come lo smog ai polmoni. Forse è anche più pericolosa.

L’esempio accademico è il seguente. Compri un bilocale a Milano? Bene, devi sapere che la porta del bagno di questo bilocale, se si affaccia sulla sala-cucina dovrà avere necessariamente un anti bagno. Perché? Perché non si può permettere che i tuoi odori, a seguito di una seduta plenaria nel bagno, trasmigrino nella sala dove, casualmente, potresti anche fare da mangiare. I tuoi odori all’interno della tua casa.

In questo esempio è riassunto uno dei tumori che assilla la vita sociale di questa Italia. La volontà, da parte di un esercito di inutili burocrati, di assillare il prossimo con inutili leggi, norme, codici che ammorbano l’aria molto più del cesso senza antibagno, e la cui esistenza si giustifica solamente nel loro stipendio. La loro motivazione è eroica e innocente: le leggi lo prevedono.

Le leggi non necessariamente sono una buona cosa e l’Italia, bulimica di norme idiote, ne è un buon esempio. Viene da pensare che la sopraproduzione normativa serva esclusivamente a dare un lavoro a persone che altrimenti sarebbero disoccupate. Una sorta di new deal statale che inventa, giorno dopo giorno, inghippi e pasticci da scaricare su imprese, lavoratori e singoli cittadini.

Le pubbliche amministrazioni locali si sbizzarriscono, in questa continua e fantasiosa rincorsa verso la scannerizzazione della tua vita intima. Il cittadino viene smembrato e i sogni o desideri devono, per forza di cose, aderire alle norme e ai regolamenti. Altrimenti è semplicemente vietato: la legge non lo consente.

Come la evasione fiscale sottrae futuro, la burocrazia sottrae presente. In mezzo la mortificazione della singola persona che comprende che in questa Italia non si è nemmeno liberi a casa propria.

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