Da quando aveva lasciato il posto di governatore della Bundesbank, ad aprile 2011, Axel Weber si era dovuto accontentare di dare qualche lezione come ‘visiting professor’ all’Università di Chicago, e di fare il conferenziere in simposi internazionali sulla politica economica e monetaria. Ma il suo periodo d’ombra sta per finire: il colosso bancario svizzero Ubs si appresta infatti a nominarlo presidente del consiglio d’amministrazione, con una retribuzione che, se sarà in linea con quella del suo predecessore Kaspar Villiger, oscillerà tra 1,5 e 2 milioni di franchi all’anno (1,2-1,65 milioni di euro). La nomina arriverà a maggio, in occasione dell’assemblea generale annuale, e sarà effettiva dal primo gennaio 2013.

Weber non è però l’unico ex banchiere centrale che in questo inizio d’anno ha trovato nuova collocazione ai vertici di una grande azienda. Mercoledì scorso, il governo belga ha annunciato la nomina a consigliere d’amministrazione di Dexia banque belgique, filiale dell’omonimo gruppo nazionalizzata nell’ottobre scorso per evitarne il fallimento, dell’ex numero uno della Banca centrale di Bruxelles (Bnb), Guy Quaden, il cui mandato era scaduto a marzo del 2011. Una ricollocazione tanto veloce da rendere necessaria la richiesta di una deroga al regolamento della Bnb, che prevede che un ex governatore non possa assumere incarichi in istituti privati per i dodici mesi successivi al suo addio.

Qualche settimana prima, il 26 gennaio, era stato il turno dell’ex numero uno della Bce, Jean-Claude Trichet, nominato consigliere di amministrazione del gruppo aeronautico europeo Eads, al posto di un altro francese, Arnaud Lagardere, che diventerà presidente dal primo giugno 2012. Nomina frutto della rigida logica di spartizione delle poltrone nel management del gigante continentale dell’aviazione, che impone un sostanziale bilanciamento tra rappresentanti tedeschi e transalpini.

E’ andata meno bene all’ex rappresentante italiano nel consiglio direttivo dell’Eurotower, Lorenzo Bini Smaghi. Dopo le dimissioni, nel novembre scorso, era stato indicato come possibile successore di Mario Draghi alla guida di Bankitalia, e poi come candidato al ministero dell’Economia per il dopo-Tremonti, ma alla fine ha ottenuto soltanto una cattedra ad Harvard, al Weatherhead center for international affairs. Occasionalmente, scrive editoriali per il Financial Times.

Resta invece ancora in attesa di collocamento l’ex governatore della Banca centrale Svizzera (Bns) Philipp Hildebrand, dimessosi ai primi di gennaio perché sospettato di aver aiutato la moglie Kashya a fare speculazioni sul mercato valutario, fornendole informazioni riservate. La temporanea mancanza di occupazione non dovrebbe però creargli troppi grattacapi finanziari, dato che, secondo quanto annunciato dal portavoce della Bns, continuerà a percepire la sua retribuzione (di poco inferiore al milione di franchi all’anno) per tutto il 2012.

di Chiara Rancati

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