La coordinatrice provinciale e deputata Bartolini è quella che chiese a Berlusconi un passo indietro. Ora punta il dito contro la corrente che fa riferimento all'ex sottosegretario alla Famiglia: "Le tessere nel Modenese sono passate da poche centinaia a 5600. E sono tutti iscritti originari di Casal di Principe e dintorni. Ho già fatto denuncia ad Alfano"
La deputata che chiese un cambio di passo al premier Berlusconi prima della caduta sul voto di fiducia, ora getta ombre sullo schieramento avverso: la santa alleanza tra il senatore Carlo Giovanardi, l’avvocato Giampiero Samorì e il vicepresidente del consiglio regionale Enrico Aimi (ex An) ha depositato il 60% delle tessere del Pdl, passate da poche centinaia a 5600 negli ultimi mesi.
“Si tratta di un’esplosione innaturale – spiega Bertolini – circa seicento tessere sono state sottoscritte da persone che non hanno svolto alcuna attività per il partito, fra l’altro residenti in Comuni come Nonantola, Castelfranco Emilia, Ravarino e San Cesario dove conosciamo bene i pochi militanti che si sono spesi nonostante lo strapotere rosso. Si tratta di persone originarie delle zone dell’agro aversano come Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d’Aversa. Leggo cognomi come Zagaria che mi auguro non siano parenti dei noti camorristi del clan dei Casalesi. Non voglio passare per razzista né ho strumenti per sapere chi sono questi neo-iscritti ma i sospetti restano. Il mio timore è che qualcuno possa aver aperto loro la porta, per questo ho informato il segretario Alfano e sono in attesa di una risposta”.
La replica di Enrico Aimi non s’è fatta attendere: “Si tratta di accuse pretestuose, il Pdl si vanta di aver raccolto un milione duecentomila tessere in tutta Italia e poi c’è gente che si lamenta perché ne abbiamo sottoscritte troppe. Seimila tessere in un territorio dove il partito prende 100mila voti non mi sembra una cosa eccezionale. Evidentemente ci sono territori in cui il partito è più attivo. Comunque – ammette Aimi – anche io mi ero accorto di qualcosa, di una ventina di persone con precedenti penali che volevano entrare, forse si erano tesserate sul web. Le ho fatte togliere immediatamente dalle liste”.
Tra i due litiganti spera di inserirsi l’outsider Michele Barcaiuolo, che sulla carta può contare solo sul 10% di tessere. La squadra del 33enne consigliere modenese di area ex An è la più giovane con una media under 40 e candida come vicaria la consigliera di Castelfranco Rossana Righini. L’asso nella manica è il capolista Luca Caselli, sindaco di Sassuolo discusso (da sinistra) per il no alla moschea e (da destra) per aver invitato il rottamatore Pd Matteo Renzi in nome del ricambio della classe dirigente. In lista anche il suo assessore al Bilancio Fabio Vincenzi e quattro consiglieri sassolesi. Barcaiuolo, vicino alla Giovine Italia, rispolvera termini desueti come legalità ed etica: “Progettare questo rinnovamento significa mettere da parte gli interessi personali e le proprie rendite di posizione, per costruire un partito solido che si basi sul radicamento territoriale e su una cultura politica forte e contagiosa, un partito che faccia dell’etica e della trasparenza un tratto irrinunciabile”.
Che l’assemblea per il rinnovo dei trenta componenti del coordinamento provinciale sarebbe stata ad alta tensione era chiaro a tutti. L’elezione del gruppo dirigente rappresenterà un mutamento dei rapporti di forza, forse una resa dei conti tra forze eterogenee per anni in difficile coabitazione, di certo una rottura con il passato. Al di là dei programmi edulcorati che parlavano di rilancio, territorio e rinnovamento, covava da tempo una lotta di potere senza esclusione di tessere e veleni. Assieme ad Aimi, la cosiddetta ‘Area Vasta’ schiera il capogruppo modenese del Pdl Adolfo Morandi e Alessandro Lei dei Popolari Liberali come capolista e coordinatore vicario. Nel blocco che si definisce granitico, si passa dall’ex rettore Giancarlo Pellacani alla decana Olga Vecchi, dall’ex rivale di Aimi in An Andrea Galli al fuoriuscito dalla Lega Nord Sandro Bellei.
Resteranno dietro le quinte il dellutriano Giampiero Samorì, indagato per accesso abusivo a sistemi informatici della Banca Popolare dell’Emilia Romagna che cerca invano di scalare da quattro anni, e il consigliere provinciale Luca Ghelfi, braccio destro di Giovanardi condannato per turbativa d’asta. Entrambi potranno entrare nel Coordinamento, assieme ai 15 candidati, nella quota riservata alla lista vincente. Bertolini invece candida due volti del centrodestra di governo: coordinatrice l’assessore all’urbanistica di Sassuolo Claudia Severi e vicario il collega Fabio Mucci con delega al Turismo a Frassinoro.
Nella lista piena di forzisti storici come i consiglieri regionale Andrea Leoni e provinciale Dante Mazzi entra anche il segretario del Nuovo Psi Giovanni Bertoldi. Tutte le liste rivendicano l’identità forzista, Bertolini ricordando “la militanza fin dalla nascita del partito e il fatto di non aver affatto tradito Berlusconi ma, come egli stesso ha dichiarato, di puntare sul rinnovamento”, il rivale Aimi rimarcando che “all’interno del Pdl non esistono nemici, l’avversario politico è al di fuori di noi: la sinistra nichilista, massimalista, rivoluzionaria e radicale che ha una progettualità disgregatrice sia sotto il profilo morale, familiare, sociale, economico”.