La settimana scorsa nostra figlia Vittoria ha compiuto 6 mesi. Vittoria è nata a Londra, nella nuovissima maternity wing dello University College London Hospital intitolata a Elizabeth Garret Anderson (1836-1917), la prima donna diventata medico in Inghilterra ai tempi in cui diventare medico per una donna era considerato indecente. Con stupore di tutti i nostri amici italiani, noi non avevamo un “nostro ginecologo” privato da cui farci seguire sin dal primo momento per il pacchetto completo gravidanza-ecografie-parto-5.000Euro-prezzo scontato. Né una clinica privata.
Siamo stati seguiti in ospedale dalle ostetriche e ginecologi del sistema sanitario nazionale. In più, abbiamo anche beneficiato di un po’ di controlli extra visto che abbiamo accettato di partecipare ad un trial clinico – uno studio che cerca di chiarire i meccanismi che causano alcune complicanze della gravidanza. Ne trarranno vantaggio le future mamme, ma va benissimo anche a noi, consci del fatto che spesso l’eccellenza nelle cure si raggiunge proprio in quegli ospedali che sono piu’ attivi nella ricerca.
Per il parto, abbiamo potuto scegliere tra parto in acqua, parto tradizionale nel “birth centre”, in reparto ospedaliero o a casa, e tra analgesia con gas o epidurale. Sempre servizio sanitario nazionale.
Dopo il parto, abbiamo avuto visite periodiche domiciliari di ostetriche e operatrici sociali che ci hanno consigliato e guidato in tutte le necessita’ e i dubbi delle prime settimana, dall’allattamento al monitoraggio del peso, dalla temperatura giusta della camera alla posizione nella culla. Ho inoltre gradito particolarmente i 15 giorni di paternity leave, ferie pagate di ” paternita’ “, che mi hanno permesso di essere accanto a Vittoria e mia moglie 24 ore su 24.
Dopo le prime settimane sono iniziati gli appuntamenti periodici nella “baby clinic” dal medico di famiglia a cui afferiscono tutte le mamme del quartiere. La baby clinic è uno strumento efficacissimo non solo per monitorare la crescita del bambino, rispondere alle domande dei genitori e risolvere dubbi, ma anche per facilitare la creazione di un network sociale di mamme e genitori.
Dopo i primi mesi poi si iniziano tutta una serie di attività di gruppo finalizzate primariamente alla stimolazione fisica e neuro-sensoriale dei bambini, ma anche a supportare la vita sociale e il ritorno in forma delle mamme. Baby swimming (bagno in piscina riscaldata), monkey music (stimolazione visiva e sonora con musica e pupazzi), pushing mothers (spingere la carrozzina correndo nel parco), baby rhymes (canzoncine per bambini), sono sono alcuni esempi: tutte attivita’ gratuite o a prezzi accessibilissimi.
Certo Londra non è la città perfetta, e adesso che la mamma tornerà a lavorare, Vittoria avra’ bisogno di un nido privato o una babysitter a pagamento. I costi sono alti anche se l’offerta è vasta c’ è solo l’imbarazzo della scelta. Se mi fermo a guardare indietro, devo dire che siamo molto soddisfatti di questa esperienza di genitori Londinese, della rete capillare di strutture per il supporto della maternità, della paternità e della prima infanzia.
Sicuramente i ricchi bankers della city possono beneficiare di ospedali privati, babysitters, di appuntamenti privati con i migliori primari ospedalieri. Ci sono anche queste realtà a Londra. Ma io ho sempre pensato che il grado di civiltà e equità di un paese sia direttamente legato alla possibilità di garantire un servizio di buona qualità per tutti. Tutti. Indipendentemente dal reddito o dal privilegiato accesso ad un servizio migliore.
E sono felice che mia figlia sia nata in un paese più civile ed equo dell’Italia.
di Stefano Fedele, Professore Associato alla University College London