Lavoro & Precari

Gelo e silenzio. Diario dalla torre-faro

Cosa sono due mesi? Un breve lasso di tempo per qualcuno. Un tempo lunghissimo per chi, come i ferrovieri licenziati, è dovuto salire a 50 metri da terra per tentare di farsi ascoltare. Leggiamo insieme cosa ci vogliono dire.
Elisabetta

Diario
Sessantunesimo giorno
. Gelo ovunque e non ci riferiamo solo a quello meteo. Gelo assoluto nelle coscienze politiche. Tutti quelli che passano da queste parti sanno solo chiederci quando scendiamo. Non sanno chiedere, o non vogliono farlo, la data in cui venga convocato un tavolo nazionale sulla nostra vertenza come lavoratori e cittadini utenti dei treni notte. Solo un politico, l’ex ministro Ronchi, ha chiesto esplicitamente conto o ragione dell’uso dei soldi che le regioni danno alle ferrovie per il trasporto locale visto il disastro di questi giorni.
Allora noi chiediamo a Ronchi di chiedere ragione anche della fine che ha fatto un servizio universale (e pubblico) come i collegamenti ferroviari diretti tra nord e sud. In questi giorni poi è venuto a farci visita anche Nichi Vendola. Chiediamo anche a lui di non dimenticare quello che ci ha detto e cioè che la nostra questione riguarda Monti e il ministro Passera. Quini il Governo tutto. Per il resto dobbiamo, ancora una volta, ringraziare tutti (e sono tanti) coloro che dal primo giorno ci stanno davvero accanto, chi anche solo passando dalla stazione centrale viene a farci un saluto. La società civile, i cittadini che hanno aperto la pagina fecebook “Binario 21 chiama Italia” che rappresenta il nostro più importante canale di comunicazione con il resto del mondo. Grazie anche a tutti i colleghi che da sotto riescono a riscaldare le nostre giornate. Grazie a tutti.

Oliviero Cassini e Stanislao Focarelli