Per favore, se nevica, non vi ammalate! Perché le ambulanze non possono transitare sulle strade, perché i farmaci non possono essere distribuiti e l’assistenza al domicilio non arriva… Non è una provocazione, ma solo il bollettino di questa emergenza neve, perché la sanità è andata in tilt in molte zone del Paese, anche se è una delle cose che ha funzionato di più, nonostante le difficoltà.
Nel Lazio a Subiaco per giorni e giorni l’ospedale è rimasto senza riscaldamento perché il gruppo elettrogeno si è esaurito, nella stessa zona c’è stato un caso in cui i medicinali sono stati lanciati dall’elicottero in luoghi altrimenti non raggiungibili, in Puglia nel foggiano ha avuto difficoltà chi doveva spostarsi necessariamente per fare ad esempio la dialisi, in Abruzzo nella zona dell’Aquila, molte farmacie sono rimaste chiuse, le ambulanze non potevano percorrere strade che erano diventate impraticabili, alcune mamme hanno percorso a piedi chilometri per raggiungere i propri neonati in ospedale, altre per partorire non sono riuscite ad arrivare.
Un bel banco di prova per la rete dell’emergenza in uno “stato di emergenza”, che ha fatto vedere le debolezze del sistema, ma anche la capacità di trovare soluzioni in tempi rapidi – medici accompagnati in ospedale dal corpo forestale, farmaci consegnati dai carabinieri e da volontari. E si è visto anche che in certe condizioni piccoli ospedali in zone montane o molto isolate non sono poi così inutili, anzi possono salvare la vita a molte persone. E se proprio dobbiamo chiuderli, lasciamo aperti i punti di primo soccorso, inseriti nella rete dell’emergenza, senza limitarsi a chiudere ospedali e a promettere a chi vive nella zona che un giorno saranno riconvertiti.