Pier Paolo Pasolini e Carlo Emilio Gadda

“Io lo so bene come si svolge la vita di un intellettuale. Lo so perché, in parte, è anche la mia vita. Letture, solitudini al laboratorio, cerchie in genere di pochi amici e molti conoscenti, tutti intellettuali e borghesi. Una vita di lavoro e sostanzialmente perbene. Ma io, come il Dottor Hyde, ho un’altra vita. Nel vivere questa vita, devo rompere le barriere naturali (e innocenti) di classe. Sfondare le pareti dell’Italietta, e sospingermi quindi in un altro mondo”. Così Pier Paolo Pasolini scriveva a Italo Calvino l’8 luglio del 1974.

Questo Pasolini che amava andare ben al di là dei confini in cui si muovevano tutti gli altri intellettuali è quello raccontato da Andrea Scanzi sulle pagine di Saturno venerdì 10 febbraio. Il giornalista analizza le figure di Pasolini, Gaber e Gadda attraverso il racconto delle loro esperienze culturali e della ripresa recente da parte dell’industria editoriale e dello spettacolo. A gennaio è uscito per Minimum Fax il cofanetto Gadda e Pasolini: antibiografia di una nazione, di Giuseppe Bertolucci e Fabrizio Giffuni, sui palcoscenici rivivono Gaber e Pasolini, con la piece Eretici e Corsari, scritta da Giorgio Gallione che vede in scena Neri Marcorè e Claudio Gioè. Cosa direbbero i vecchi corsari degli stessi artisti e intellettuali che ora parlano di loro? Perchè “italiano” è diventato sinonimo di “uomo medio”? Chi sono quelli che Scanzi chiama “polli di allevamento puerilmente alternativi”? E, soprattutto, Pasolini e Gaber avrebbero prestato il loro volto alla pubblicità, come fanno alcuni degli attori che mettono in scena le loro vite?

Come ogni settimana, vi aspettano recensioni di libri ed eventi culturali, le pagine multimediali di Saturno 2.0 e le rubriche di Antonio Armano, Gianni Canova, Alessandro Bergonzoni, Marco Filoni e Camilla Tagliabue.

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