Il 2012 si è aperto con un libro edito da Minimum Fax e uno spettacolo teatrale con Neri Marcorè e Claudio Gioè che ci fanno riflettere sul ruolo degli intellettuali di ieri e di oggi
“Io lo so bene come si svolge la vita di un intellettuale. Lo so perché, in parte, è anche la mia vita. Letture, solitudini al laboratorio, cerchie in genere di pochi amici e molti conoscenti, tutti intellettuali e borghesi. Una vita di lavoro e sostanzialmente perbene. Ma io, come il Dottor Hyde, ho un’altra vita. Nel vivere questa vita, devo rompere le barriere naturali (e innocenti) di classe. Sfondare le pareti dell’Italietta, e sospingermi quindi in un altro mondo”. Così Pier Paolo Pasolini scriveva a Italo Calvino l’8 luglio del 1974.
Questo Pasolini che amava andare ben al di là dei confini in cui si muovevano tutti gli altri intellettuali è quello raccontato da Andrea Scanzi sulle pagine di Saturno venerdì 10 febbraio. Il giornalista analizza le figure di Pasolini, Gaber e Gadda attraverso il racconto delle loro esperienze culturali e della ripresa recente da parte dell’industria editoriale e dello spettacolo. A gennaio è uscito per Minimum Fax il cofanetto Gadda e Pasolini: antibiografia di una nazione, di Giuseppe Bertolucci e Fabrizio Giffuni, sui palcoscenici rivivono Gaber e Pasolini, con la piece Eretici e Corsari, scritta da Giorgio Gallione che vede in scena Neri Marcorè e Claudio Gioè. Cosa direbbero i vecchi corsari degli stessi artisti e intellettuali che ora parlano di loro? Perchè “italiano” è diventato sinonimo di “uomo medio”? Chi sono quelli che Scanzi chiama “polli di allevamento puerilmente alternativi”? E, soprattutto, Pasolini e Gaber avrebbero prestato il loro volto alla pubblicità, come fanno alcuni degli attori che mettono in scena le loro vite?
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