Il sindaco di Casapesenna, feudo del clan Zagaria in provincia di Caserta, minacciava altri politici locali e “sconsigliava” a tutti di organizzare iniziative contro la camorra. Con questa accusa è finito in carcere Fortunato Zagaria, politico di centrodestra, omonimo ma non imparentato con il clan di primo piano dei Casalesi, il cui capo Michele è stato arrestato nei mesi scorsi dopo una lunga latitanza. La Dia di Napoli lo accusa, in concorso con Michele Zagaria, di violenza privata nei confronti del precedente sindaco di Casapesenna, Giovanni Zara. A quest’ultimo, durante il suo mandato, era stato ‘consigliato’ ripetutamente da Fortunato Zagaria di non assumere iniziative pubbliche contro la camorra, perché erano sgradite al boss.
L’arresto è stato eseguito nell’ambito di un’indagine condotta tra il Casertano e il Basso Lazio sul favoreggiamento al clan dei Casalesi, e in particolare all’ex superlatitante Michele Zagaria. Coinvolti alcuni “colletti bianchi”, perquisiti anche l’abitazione del sindaco e gli uffici del Comune di Casapesenna.
Fortunato Zagaria è stato eletto nel 2009 in un raggruppamento di centrodestra. Nella legislatura precedente era stato vicesindaco di Giovanni Zara, oggetto secondo l’accusa delle sue minacce. Quel consiglio comunale fu sciolto per le dimissioni di undici consiglieri, dieci giorni dopo che Zara, considerato un sindaco anti-camorra, aveva firmato un protocollo per l’avvio di un progetto in un bene confiscato al capozona Vincenzo Zagaria.
Le indagini sono partite anche dalle dichiarazioni di un pentito, Roberto Vargas, secondo il quale il sindaco Zagaria è la diretta espressione di Michele Zagaria, che lo avrebeb fatto eleggere. “Determinanti” per l’arresto sono state anche le dichiarazioni dell’ex sindaco Zara, “che con notevole senso civico e alto coraggio istituzionale” ha riferito con chiarezza gli eventi, ha spiegato il procuratore aggiunto di Napoli Federico Cafiero de Raho. Tra gli episodi raccontati da Zara, le minacce subite da Fortunato Zagaria per convincerlo a non partecipare a un convegno organizzato in una villa confiscata a un elemento di spicco dei Casalesi e a una manifestazione di solidarietà alle forze dell’ordine a Casapesenna, perché Michele Zagaria aveva espresso un divieto di partecipazione a quella iniziativa sulla legalità. Intimidazioni furono rivolte a Zara anche perché non rilasciasse interviste o dichiarazioni quando polizia e carabinieri arrestavano i latitanti.