Il Circolo Arcigay il Cassero di Bologna pagherà le bollette al 100%. Messa così sembra una cosa di poco conto. Ma così non è, visto che le bollette del circolo che da quasi 30 anni fa iniziative culturali rivolte alla comunità omosessuale cittadina, hanno toccato nel 2011 i 40mila euro. Cifra non indifferente per la casse comunali di Palazzo D’Accursio, che fino a questo momento si è preso carico del 50% delle utenze. Ventimila euro che assieme all‘affitto – mai richiesto da parte del Comune per l’utilizzo degli spazi della Salara – avevano fatto infuriare il centro destra bolognese, che aveva attaccato il Cassero bollandolo come “discoteca” e “attività commerciale”. E se il Pdl non si dichiara certo soddisfatto – “ora paghino anche l’affitto” – a cominciare a scricchiolare e ad avere dubbi sul tema è proprio il Partito democratico. “Bene le bollette, ma si potrebbe chiedere qualcosa di più alle associazioni che possono farlo”, spiega il consigliere Tommaso Petrella alludendo proprio al circolo arcigay. A voler ridiscutere la convenzione tra Cassero e Comune è invece la democratica Raffaella Santi Casali, “visto che – dice – nella programmazione del Cassero ci sono voci che poi non ritrovo nel bilancio”.
A decidere il cambiamento sul capitolo bollette l’assessore alla cultura Alberto Ronchi, che nel tardo pomeriggio ha annunciato la novità. “Ma non riguarderà solo il Cassero”. Non cambia nulla invece per l’affitto. “Le attività del circolo hanno positive ricadute sulla cittadinanza e quindi abbiamo valutato di non toccare quel capitolo”. Alla richiesta di spiegazioni Ronchi ha specificato come le attività di prevenzione contro il virus dell’Hiv piuttosto che quelle contro l’omofobia “costerebbero al Comune molto di più di quando ora spende il circolo, e quindi in questo senso il Comune non si svena”. Insomma, al di là delle serate più “festaiole” la massa di attività del circolo arcigay bolognese è stata valutata equivalente al potenziale affitto da pagare.
A non essere contento è il centrodestra, che in commissione si è esibito in una perfomance che farà discutere. Il consigliere Michele Facci ha infatti letto al microfono perché fosse messo al verbale un testo presente sul sito del Cassero dove si spiega come avere un rapporto sessuale sicuro tra uomini. “Finalmente si scopa, sesso anale, istruzioni per l’uso”, questo il titolo del testo liberamente consultabile sul web. Un testo che, per la verità, si approccia in modo disinvolto e diretto al tema – “con annessi e connessi e senza francesismi”, scrive Facci su Facebook. Conclusione del consigliere: “E’ uno schifo che il Comune finanzi queste cose. Sia chiaro, ognuno dica e scriva quel che vuole, ma il Comune non deve e non può dare soldi a chi pubblica cose del genere. Nel testo – continua Facci – ci sono riferimenti alle droghe. Leggo che le droghe vengono definite “un bel viaggio”. Il Cassero è a favore delle droghe?” A ribattere a Facci è stato lo stesso Ronchi. “Voglio capire come si faccia a fare prevenzione usando parole di fantasia e non entrando nel dettaglio – ha replicato l’assessore – qui si rischia di scadere nel moralismo, cosa che a questa amministrazione non interessa per nulla fare”.
“Se la giunta pensa di averci fatto contenti si sbaglia di grosso – è il commento del pidiellino Marco Lisei – A noi che il Cassero paghi le bollette non basta. Il circolo fattura 160mila euro di utile l’anno, e non paga una locazione di circa 70mila euro. La situazione così com’è resta uno scempio e un favore agli amici degli amici”. Poi una valutazione sul testo di educazione sessuale letto in aula dal collega Facci. “L’educazione sessuale – spiega Lisei – non si può chiamare cultura, almeno non quella che fa il Cassero. Altrimenti sotto l’educazione sessuale può rientrare anche la pornografia. Il comune vuole finanziare la pornografia visto che spiega con immagini come fare sesso? La verità è che ci stanno prendendo in giro, quel testo è stato scritto nel modo più volgare possibile e non da un medico. Sono per caso esperienze personali?” Lapidario è invece il commento di Benedetto Zacchiroli (Pd): “Quel testo fa prevenzione su pratiche erotiche magari estreme ma che sono una cosa reale. Forse il Pdl preferisce il disegno dell’ape e del fiore? Non funzionerebbe. Se vogliono fare i moralisti – conclude Zacchiroli – vadano a parlare col loro leader Berlusconi”.