Una cooperativa di finanziamento senza scopo di lucro e priva di interessi per dimostrare che senza speculazione il mondo può cambiare, e in meglio. Questa l’idea partita dal movimento 15M, gli indignati spagnoli che hanno ‘contagiato’ mezzo mondo occidentale.
A nove mesi dalle prime proteste, sempre dalla Spagna e dagli attivisti del movimento 15M parte l’idea di ripensare l’istituto bancario, immaginandolo diverso da come lo conosciamo. L’iniziativa è partita dagli stessi manifestanti che in questi ultimi mesi hanno occupato le piazze e sfilato nelle strade per chiedere reddito, lavoro e un futuro più certo e che in questi giorni, partiti da Nizza, stanno marciando alla volta di Atene, facendo tappa a Napoli – dove si trovano adesso, accampati in piazza del Gesù – fino a domenica.
L’obiettivo è di creare una banca etica del movimento, strutturata in una rete di cooperative di autofinanziamento, che sostengano progetti di intervento sociale, per costituire un istituto di credito collettivo e assembleare. Pur ammettendo la consapevolezza di non riuscire a vincere sul sistema capitalistico-finanziario attuale, che definiscono “tentacolare”, i membri del movimento 15M puntano a proporre una forma di gestione del denaro alternativa a quella attuale, per trasformarsi, dicono, “da schiavi a cittadini attivi”.
Sta nascendo così in Catalogna il primo esperimento di banca ‘alternativa’, unico esempio nello stato spagnolo di struttura bancaria dove i crediti e i depositi non genereranno interessi. Questa nuova idea concepirà un sistema in cui “il denaro non produrrà denaro. In sostanza – dicono gli indignados – decretiamo l’abolizione dell’usura” e un’alternativa “per tutti coloro che vogliono una trasformazione radicale della società”. A sostenerli, l’economista e attivista per la pace e la giustizia sociale Arcadi Oliveres, secondo il quale “il sistema capitalista è gravemente malato. La soluzione è nelle nostre mani”.
di Francesco Onorato