La commemorazione delle vittime delle foibe in piazza Galvani a Bologna diventa una riunione tra pochissimi intimi: avevano bandiere con croci celtiche
Il presidio dell’estrema destra si è rivelato quindi più simbolico che altro, vista la partecipazione, con un solitario gazebo sistemato in mezzo alla piazza e qualche vessillo. Polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa, di molto superiori alla rappresentanza di Forza nuova, hanno chiuso per precauzione ogni accesso alla piazza, per proteggere l’esiguo gruppo di manifestanti dalla folla infuriata che, ora dopo ora, continuava ad aumentare. Giovani comunisti, centri sociali, Anpi e studenti delle scuole superiori, pronti a “cacciare il fascismo fuori dalla città”. Un successo quello creatosi grazie al tam tam in rete che ha portato all’organizzazione del contro presidio, al quale si sono uniti anche alcuni passanti incuriositi dalla confusione.
“Noi siamo qui per commemorare una strage che è prima di tutto di italiani, di destra e di sinistra” ha sottolineato Stefano Colato, coordinatore di Forza Nuova Emilia. “Il fatto che siano venuti qui a disturbare il nostro presidio, quindi, la dice lunga sulla faziosità di certe correnti della sinistra, che tirano ancora fuori ideologie ormai superate. Questo dimostra anche che per loro esistono pulizie etniche di serie A e di serie B, che meritano o non meritano di essere ricordate. Si prodigano solo per alcune giornate della memoria, smaccatamente di parte – spiega a ilfattoquotidiano.it il militante di estrema destra – con le quali i politici tentano di rivalutarsi agli occhi del popolo arrogandosi il diritto di appoggiare alcune ricorrenze e boicottarne altre”.
“Certe ideologie non dovrebbero avere spazio” – ha risposto dall’altra parte della barricata uno studente delle superiori, in corteo con i compagni di scuola – soprattutto in una città come Bologna, dove i nostri padri e le nostre madri hanno combattuto e si sono sacrificati per la liberazione. Perché le istituzioni l’hanno permesso?”.
Sotto attacco è stata infatti anche la posizione assunta dal Movimento 5 Stelle che, astenutosi dalla votazione in consiglio comunale a Rimini per precludere le piazze ai movimenti di estrema destra, ha difeso la libertà di manifestazione per tutti. Anche per un partito, Forza Nuova, che non condivide e anzi, “che dovrebbe essere dichiarato illegale” aveva specificato Andrea Defranceschi, capogruppo del M5S in Regione.
Posizione ovviamente in buona parte condivisa dai manifestanti del “partito popolare”, come preferiscono definirsi quelli di Forza nuova, arroccati in piazza con musica a tutto volume e sventolii di bandiere. “Come ha detto il Movimento 5 Stelle tutti hanno diritto di manifestare e esprimere la propria opinione” ha aggiunto Colato, piacevolmente sorpreso dalla presa di posizione dei grillini “è la Costituzione che lo stabilisce”.
Un principio che, secondo la sinistra in piazza oggi, non dovrebbe essere applicato a tutti. “Il fascismo è un reato tra le altre cose, così come l’apologia” ha sottolineato una ragazza, con una bandiera di Rifondazione comunista tra le mani. Nonostante l’evidente tensione tra i due gruppi, e nei confronti delle forze dell’ordine, chiuse a muro per impedire che la folla si avvicinasse troppo al piccolo presidio, non ci sono stati scontri.
Dopo un piccolo corteo che ha aggirato la zona chiusa dalle forze dell’ordine, al centro della quale si trovava il gruppetto di Forza Nuova, con fumogeni accesi e tamburi, i manifestanti di sinistra sono ritornati davanti alla barricata posta tra Piazza Maggiore e Piazza Galvani, dedicandosi al lancio di palle di ghiaccio e neve. Che fortunatamente, a parte qualche nervosismo tra la polizia, non hanno provocato danni.