Ho visto una signora in coda davanti a me al supermercato con il carrello pieno zeppo di roba. A me piace guardare nei carrelli degli altri per immaginare che vita fanno. Questa signora, fra le altre cose, aveva due grossi cestini di fragole. Si capiva che aveva figli. Chissà, forse pensava di fargli una sorpresa.
Sono rimasto lì, perplesso, poi sono uscito fuori, nel freddo letteralmente polare di questi giorni e mi sono immaginato la scena. La mamma che arriva a casa ed esclama: “bimbi, bimbi, guardate qui cosa vi ho portato…”. “Le fragole! Mamma, uauuu, possiamo mangiarne già una?” “sì fate pure, ma prima lavatele.” Storie di ordinaria follia in questo mondo globalizzato. Giustamente mi si può far osservare che se al posto delle fragole ci fossero state delle banane il discorso non cambiava. Vero, è solo che le fragole chissà perché mi impressionano di più. Alle banane ci abbiamo fatto l’abitudine. Sbagliatissima, s’intende. Sarà che il medico talvolta ti ordina di mangiarle…
Che diavolo di mondo, davvero. Fragole, banane, uva: provenienza Africa, Cile, Argentina. Le fragole in particolare apprezzate sono quelle australiane, provenienti dal Queensland… Tanto i costi di trasporto non contano, o per lo meno incidono pochissimo. Ricordo anni fa quando le fragole provenienti in aereo dalla Spagna all’aeroporto di Levaldigi, a Cuneo, immesse sul mercato costavano molto meno di quelle prodotte a Peveragno, comune alle porte proprio di Cuneo.
Quante volte noi ambientalisti ci siamo battuti per una politica dei costi reali? Sui trasporti, le esternalizzazioni, i costi dell’inquinamento, della manutenzione di strade ed autostrade che non contano pressoché nulla. Ed è anche questa una delle ragioni che favoriscono la follia della globalizzazione.
Ma torniamo a quella signora con i due cestini di fragole e pensiamo per un attimo all’educazione fornita ai figli. Fragole d’inverno, arance probabilmente d’estate, e sicuramente patatine tutto l’anno. Come crescono questi bimbi? Non so perché, ma mi viene da pensare anche che siano dei fanatici di Super Mario Bros, che tifino per Amici in tivù, o, al massimo guardino Licia Colò, che, spalancando gli occhioni, gli racconta che il mondo è bellissimo e che va tutto bene. Gente che vive fuori dal mondo reale.