La cosiddetta “troika” composta da Fmi, Bce e Ue sta commettendo uno dei più gravi reati dei tempi moderni: affamare un popolo. L’ennesima imposizione di applicare nuove misure di austerità in Grecia, con la riduzione degli stipendi, nuovi licenziamenti e tagli ai servizi sociali, è a mio avviso un reato. Con quale autorità il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale europea impongono questo ennesimo bagno di sangue ai greci? Chi sono questi banchieri che decidono i destini di un popolo? Possibile che gli europarlamentari italiani non facciano sentire la loro voce di protesta? Ci stiamo arrendendo al nuovo “fascismo finanziario” senza alzare la voce e condannare una simile atrocità?
Sonia Mitralia, membro del Comitato greco contro il debito, di fronte alla Commissione sociale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che si è tenuta il 24 gennaio 2012 a Strasburgo sul tema: “Le misure d’austerità: un pericolo per la democrazia e i diritti sociali”, ha descritto uno scenario di emergenza umanitaria in Grecia: «I salari e le pensioni sono stati decurtati del 50% o addirittura, in certi casi, del 70%. La malnutrizione imperversa fra i bambini delle elementari, la fame fa la sua comparsa soprattutto nelle grandi città del paese, il cui centro è ormai occupato da decine di migliaia di Senza fissa dimora (Sdf), affamati e cenciosi. La disoccupazione colpisce ormai il 25% della popolazione e il 45% dei giovani (il 49,5% delle giovani donne). I servizi pubblici sono stati ormai liquidati o privatizzati, con la conseguenza che i posti letto negli ospedali si sono ridotti (per decisione governativa) del 40%, che costa carissimo addirittura partorire, che gli ospedali pubblici sono ormai privi di bende o di medicine di base come l’aspirina.»
Mitralia accusa apertamente la Bce e l’Fmi di affamare il popolo greco senza avere – di fatto – risolto il problema del debito ellenico. Il sindacato della Polizia greca, la Poasy, ha chiesto l’arresto dei rappresentanti ad Atene di Bce e Fmi, denunciando gravi violazioni penali. Il mio osteopata si chiama Costantino, è greco, lavora da vent’anni in Italia e sua madre vive ancora nella periferia di Atene. Mi racconta che la società greca è allo stremo: «Non hanno più futuro. Sono disperati. Per fortuna posso mandare un po’ di soldi a mia madre ogni mese, altrimenti sarebbe in strada a chiedere l’elemosina».
Ma cosa stiamo diventando? Schiavi dei nuovi imperi della finanza? L’ultimo puntata di Servizio Pubblico ha dimostrato che il giornalismo può ancora fare il suo dovere e denunciare il nuovo “fascismo bianco” di banche e speculatori. Bisogna raccontare ciò che accade in Grecia. Bisogna farlo vedere con le immagini. Bisogna usare le telecamere e indignarci di fronte a questa ingerenza di organismi bancari e finanziari che stanno difendendo gli interessi delle banche private (esposte contro il debito greco) e affamando un intero popolo. Altrimenti non ha più senso chiamarci europei. E credetemi: alle prossime elezioni sarò tra quelli che chiederanno l’uscita dell’Italia dall’euro.
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