Sessantaquattresimo giorno
“Tutti sembrano preoccupati per la nostra salute, ma nessuno per il lavoro che non abbiamo più e per la violazione di un diritto costituzionale di tutti i cittadini soprattutto i meno abbienti. La soppressione dei treni notte, diritto universale, vincola infatti la libera circolazione in questo paese.

Non a caso cercheremo di fare arrivare la nostra voce anche in sede di Unione europea. Nel frattempo rimaniamo dove siamo. Ieri sono venuti a trovarci alcuni consiglieri del Comune di Milano. Anche a loro abbiamo affidato la nostra unica richiesta: che venga cioè fissata la data di un tavolo nazionale al quale partecipino governo, parti sociali e tutti gli attori di questa vertenza che non deve essere trattata sul piano regionale proponendo accordi ‘tampone’ per inserire alcuni di noi da una parte all’altra. La vertenza riguarda 800 ferrovieri di uno specifico settore e noi chiediamo che si parli di quello.

Il nostro grazie va a tutti coloro che stanno sostenendo la nostra lotta. Anche alla cooperativa del Comune che ogni giorno garantisce i pasti dei colleghi licenziati che fanno parte dei due presidi sotto la torre”.

Oliviero Cassini e Stanislao Focarelli

Il Fatto Quotidiano, 11 Febbraio 2012

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