Trasformare il proprio corpo è anche erotismo. Ed erotico può essere fare un viaggio oltre le soglie dell’identità e della percezione di se stessi. Queer it Yourself! è il primo workshop ‘Drag King’, ossia per quelle donne che vogliono (tra)vestirsi da uomo. A organizzarlo è Eyes Wild Drag e la data da segnarsi in agenda è domenica 12 febbraio. Ad ospitare il pioniere dei workshop di genere per donne, è la Casa internazionale delle donne di Roma che, in collaborazione con il gruppo Kespazio!, mira a “una ricerca queer e postcoloniale”.
“Il ciclo di incontri a cadenza mensile – spiega l’organizzazione – pendolerà tra la Casa internazionale delle donne e il Caffè letterario, due luoghi che oggi a Roma rappresentano il cuore della ricerca, della sperimentazione e dell’avanguardia in tutto ciò che riguarda le arti e le identità. Con i nostri sette flash queerting faremo connettere tra loro parole, pratiche, improvvisazioni ed effettueremo riletture impertinenti su genere, sesso e sessualità”. Il tutto a partire da testi e documenti video (qui il canale su YouTube) perché è l’esperienza a insegnarlo: il Queer è una pratica e non una teoria: “Il Queer è, prima di tutto, fare. Il fare dei corpi che incidono, modificano, segnano la realtà e il suo cambiamento”, spiegano quelli di Eyes Wild Drag, gruppo queer gender drag di Roma, che da anni lavora nella sperimentazione dei generi, dei ruoli e dell’immaginario erotico, rappresentando la principale espressione drag condotta da tre donne in Italia. Anche l’incontro del 17 febbraio, “L’abito non fa la monaca – pratiche di trasformismo e drag king” (a partire da Judith Halberstam, con la proiezione del film culto “Venus Boyz” di Gabriel Baur e gli interventi di Viola Lo Moro, Eyes Wild Drag e Julius Kaiser), servirà a fare esperienza di dragging e, in particolare, aiuterà a creare consapevolezza nel rapporto tra il proprio corpo e lo spazio.
Ma a chi è diretto il workshop? Non solo a quelle donne che desiderano intraprendere un viaggio personale nella mascolinità attraverso il “kinging” (travestimento maschile): “Partendo dal proprio immaginario – spiega Eyes Wild Drag – tutte le donne che vorranno esplorare la propria identità interpreteranno il genere maschile nelle sue infinite tipologie, smascherando come i generi non siano altro che costruzioni culturali e sociali con caratteristiche variabili, acquisite e rappresentabili”. Insomma, l’impulso che si accende, quando si decide di frequentare un laboratorio di drag king, sembra essere quello di sperimentare il ruolo maschile con il proprio corpo femminile e con le proprie menti educate al femminile: “In questo passaggio, si scompongono gli schemi imposti da un’educazione che ci hanno fatto credere ineludibile, per riassemblarli lucidamente in percorsi nuovi”. Ed ecco che teatro, gioco, trucco, ginnastica, danza, voce sono gli strumenti manipolati e da manipolare per cominciare un viaggio che, come sempre, si sa da dove parte ma non dove porta.
Il corso costa 30 euro e ogni partecipante dovrà portare un cambio di vestiti per la nuova identità maschile, ciocche dei propri capelli per la costruzione di barba e/o baffi, gel per i capelli, una benda elastica alta per la fasciatura del seno -almeno 12 cm, meglio 20, ovatta e preservativi per la costruzione di un pene artificiale. Oltreché, ma questo è il meno, un paio di forbici e uno specchio.