Che la Lega sia in grande confusione come il suo leader sta nei fatti. Bossi: “B. è una mezza cartuccia. B. via, problema risolto”. Poi la solita cena ad Arcore del lunedì. Fondano il parlamento della Padania e contemporaneamente giurano fedeltà a Roma ladrona; stringono la mano al presidente della Repubblica (italiana) con alle spalle la bandiera che Bossi usa come carta igienica. In questa confusione sta lo spot trasmesso da Telepadania sulla Rai: “Se questo è servizio pubblico pagarlo non può essere un obbligo”. I lùmbard che lo hanno ideato omettono che se la tv di Stato rappresenta il disservizio pubblico per il quale non dovrebbe esserci l’obbligo di pagare il canone, una parte di responsabilità è anche la loro.
Con la nomina di Letizia Moratti alla presidenza della Rai (voluta da B. nel lontano 1994), sono sbarcati in azienda i leghisti (alcuni direttamente dal partito altri dalla direzione del quotidiano la Padania, altri ancora riciclati nell’azienda con un atto di fede), per ricoprire incarichi di vertice e strategici per la realizzazione dei programmi. Presenti anche nei vari cda, il cui voto spesso è stato determinante nelle decisioni editoriali. Nello spot vi sono alcune immagini tratte da Vieni via con me (considerato dai telespettatori un esempio di qualità televisiva).
Vi ricordate la polemica dell’allora ministro dell’Interno Maroni dopo il monologo di Saviano sulla presenza della criminalità organizzata nelle regioni governate anche dalla Lega? La trasmissione fu precettata e il ministro intervenne per poi essere smentito nella puntata successiva dal procuratore capo dell’Antimafia Piero Grasso.
Cara Telepadania i fatti successivi e gli arresti in Lombardia a chi hanno dato ragione al ministro o allo scrittore? Lo spot contro la Rai della tv della Lega rappresenta solo una caricatura giornalistica come lo furono i brindisi per i trasferimenti di Rai 2 a Milano e dei ministeri a Monza. Roberto Saviano rappresenta la notizia sgarzula della settimana (come direbbe la Littizzetto): è tornato, purtroppo per un sol giorno, a Rai 3. La Rai è la sua casa tv. A Che tempo che fa ha dimostrando (se mai ce ne fosse stata la necessità) di essere sempre il grande intellettuale di Vieni via con me e soprattutto che “giocando sul proprio terreno” (il servizio pubblico) si può coniugare la poesia (Wislawa Szymboska) con i grandi ascolti. In un colpo solo Rai 3 ha spazzato via gli appannamenti derivati dalle sue ultime apparizioni tv. I vertici della Rai bloccando il trasloco di Fazio e Saviano su La 7 hanno l’occasione di dimostrare che lo spot di Telepadania è una bufala. Chi e cosa impedisce a Saviano di tornare? Il contratto con La 7? I contratti non sono mai stati un problema: si fanno e si disfano. Parliamone.
Il Fatto Quotidiano, 11 Febbraio 2012