Il Vaticano conferma: il documento pubblicato dal Fatto Quotidiano ieri è autentico. Quelle due pagine in tedesco, più due fogli allegati, dei quali diremo, esistono e sono state ricevute con tanto di timbro nelle stanze Vaticane. Non solo: il cardinale Paolo Romeo ha dovuto ammettere ieri l’esistenza del suo viaggio segreto in Cina, durante il quale l’arcivescovo di Palermo avrebbe fatto alcune affermazioni pesantissime – riportate nel documento pubblicato dal Fatto – sulla prossima morte del Papa e sull’impressione riportata dagli interlocutori di Romeo che ci sia in vista una congiura per uccidere il Santo Padre.
È il caso di riportare l’oggetto del documento pubblicato ieri: “Durante i suoi colloqui in Cina, il Cardinale Romeo ha profetizzato la morte di Papa Benedetto XVI entro i prossimi 12 mesi. Le dichiarazioni del Cardinale”, prosegue il documento anonimo scritto in tedesco e consegnato dal cardinale Castrillón alla segreteria di Stato e alla segreteria del Papa nella metà di gennaio, “sono state esposte, da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza e fermezza, che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato con spavento, che sia in programma un attentato contro il Santo Padre”.
Il documento è anonimo ed è scritto in un tedesco fluente, tanto che dal Vaticano ieri è filtrata la notizia che non sarebbe stato vergato dal cardinale Dario Castrillón Hoyos ma da un suo amico tedesco. Castrillón poi lo avrebbe girato alle stanze papali con un appunto aggiuntivo. Nell’allegato, scritto in un italiano incerto, si leggono una serie di suggerimenti investigativi, probabilmente diretti alla gendarmeria vaticana: “Loro raccomandano di fare queste domande (su Romeo, ndr): 1. Con chi ha parlato? 2. Cosa è riuscito a ottenere? 3. Che cosa ha informato con riguardo al Vaticano o al governo cinese? 4. Che interessi hanno i cinesi in Sicilia? 5. Dove ha loggiato in Cina?”. Chissà chi sono “loro” e se le piste sono poi state seguite. L’appunto potrebbe essere stato scritto dallo stesso Castrillón, probabilmente indispettito dall’attivismo di Romeo in Cina.
Castrillón si considerava finora l’interprete privilegiato dal Papa della strategia di riavvicinamento con la prossima prima potenza del pianeta. Oltre alle 2 pagine in tedesco e alle pagina con le 5 domande, c’è una quarta pagina nella quale, in poche righe, si prevede la prossima successione del vicepresidente Xi Jinping all’attuale presidente della Repubblica Popolare cinese Hu Jintao. Previsione facilissima da azzeccare, visto che la successione è prevista da tempo.
Nella serata di giovedì, padre Federico Lombardi, aveva cercato di cavarsela così: “Sono solo farneticazioni”. Poi però, intervistato da Sky Tg 24 nel pomeriggio di ieri, il direttore della sala stampa vaticana ha precisato: “Non ho negato che esista questo documento” anche se subito dopo ha ripetuto: “Ma si tratta di farneticazioni che non vanno prese sul serio e che non sono mai state prese sul serio”. Anche Romeo ieri ha dovuto ammettere in un comunicato dell’arcidiocesi: “Nella metà dello scorso mese di novembre S. E. il Cardinale Paolo Romeo ha fatto un viaggio privato, della durata complessiva di 5 giorni, nella Repubblica Popolare Cinese”. Dunque, una seconda conferma di un fatto inedito: perché di quel viaggio fino a ieri nessuno sapeva nulla. Nemmeno i suoi più stretti collaboratori. Il comunicato di Romeo poi si chiude con la solita smentita sul contenuto: “Quanto gli viene attribuito è del tutto privo di fondamento e appare tanto fuori dalla realtà da non dovere essere preso in alcuna considerazione”.
Affermazioni fuori dalla realtà? Farneticazioni? Al Fatto risulta un’altra storia. L’appunto è stato discusso in un’udienza privata a gennaio tra il Papa e il cardinale Dario Castrillón Hoyos. Non è vero che è stato subito cestinato. Non tutti gli appunti anonimi vengono consegnati alla segreteria del Papa dalla segreteria di Stato. Ieri Castrillón ha detto: “Io non parlo. Chi ha domande da fare le ponesse a chi ha consegnato il documento”. Probabilmente il cardinale voleva dire: “Ponete le domande a chi ha scritto il documento e lo ha consegnato a me”, perché Il Fatto ribadisce – sulla base di elementi certi – che a consegnarlo e a discuterlo con il Papa è stato proprio lui.
In questi giorni non è la prima smentita traballante uscita dalle mura leonine dopo la pubblicazione di documenti imbarazzanti. Quando Il Fatto ha pubblicato per la prima volta il 31 gennaio (Lo Ior si fa beffe dell’Italia) il memo (poi rimostrato in tv da La 7 il 9 febbraio come se fosse uno scoop e a quel punto commentato dalla Santa Sede) sui rapporti tra l’antiriciclaggio italiano (Uif) e quello Vaticano (Aif), il Vaticano ha diffuso una nota della sala stampa nella quale si affermava: “L’insinuazione che le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti all’entrata in vigore della Legge CXXVII (1 ° aprile 2011), non corrisponde a verità”. Nei prossimi giorni pubblicheremo un documento che dimostra l’esatto contrario.