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Lavoro, Spagna in piazza il 19 febbraio <br> contro la riforma del governo Rajoy

I sindacati hanno annunciato una giornata di mobilitazione generale con manifestazioni in tutto il Paese contro l'ultimo provvedimento del premier popolare Mariano Rajoy che riduce da 45 a 33 giorni per anno di lavoro l'indennità di licenziamento

Le tende dei manifestanti alla Puerta del Sol di Madrid

Venerdì 10 febbraio il governo Rajoy ha varato la nuova riforma del lavoro. E subito i sindacati hanno annunciato una giornata di mobilitazione generale il 19 febbraio con manifestazioni in tutto il Paese. Con lo stesso spirito di urgenza ieri notte a Madrid circa 800 persone si sono radunate in maniera spontanea alla Puerta del Sol per protestare contro la riforma. Il presidio si è poi spostato davanti al Congresso dei deputati dove dopo momenti di tensione sono seguite delle pesanti cariche della polizia. Nove gli arresti. “E’ iniziata l’era Rajoy – ha detto un manifestante – dove chi si permette di dissentire viene duramente colpito. In piazza ci hanno mandato gli agenti antidisturbios (Uip, Unidad intervenciòn policial). Sono intervenuti con violenza. Nessuno di loro portava il numero di identificazione anche se è obbligatorio. Sanno già che il vento è cambiato. Ed è a loro favore”.

In una Spagna attraversata da proteste e scioperi, la riforma del mercato del lavoro sembra aprire ora la via a un conflitto sociale duraturo. Lo stesso premier Mariano Rajoy lo ha annunciato, quando a fine gennaio dopo il vertice con la cancelliera Angela Merkel aveva dichiarato che il suo governo rischiava di dover incassare uno sciopero generale per il piano di austerità.

Il decreto sul mercato del lavoro rappresenta una delle riforme più radicali degli ultimi decenni. Prevede licenziamenti facili, minori indennizzi e soprattutto grande flessibilità. Inoltre vengono introdotti aiuti e sgravi fiscali per l’assunzione di giovani e lavoratori con più di 45 anni. Secondo il governo Rajoy le ultime misure potranno ridurre il tasso di disoccupazione, arrivato al record di 5,3 milioni di senza lavoro.

I sindacati, Comisiones Obreras (CC OO) e UGT hanno tacciato immediatamente la riforma come “brutale” e hanno indetto per il prossimo 19 di febbraio la prima mobilitazione contro il decreto con manifestazioni in tutta la Spagna. “La riforma – ha detto il segretario generale di CC OO Ignacio Fernández Toxo – infligge un danno enorme sia ai negoziati in corso sulle vertenze per il lavoro sia sui diritti dei lavoratori”.

La riforma colpisce duramente tutte le generazioni: “I padri verranno licenziati più facilmente e con meno indennizzi – ha aggiunto Cándido Méndez dell’UGT – e ai figli verrano offerti impieghi con buste paga minime. Il governo del PP per arginare la crisi economica ha trovato solo una soluzione: il licenziamento facile”. “Una misura che è il risultato – hanno aggiunto i vertici sindacali – della pressione di Bruxelles, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale sulla Spagna” che è di fatto una “democrazia vigilata”.

Per ora i sindacati non hanno ancora fissato una data per lo sciopero generale: “Dipenderà dall’appoggio che riscontriamo dai cittadini – ha detto il segretario generale di CC OO – dal coinvolgimento della gente e dal grado di indignazione dei lavoratori”. “Quello che non succederà – ha aggiunto – è che la data dello sciopero generale la decida il presidente del governo”.