“Sono contento che le vittime e i familiari abbiano resistito alle offerte di risarcimento, perché queste sentenze fanno giustizia, e la giustizia non ha prezzo”. Così lo scrittore Carlo Lucarelli commenta la condanna in primo grado per la strage silenziosa dell’amianto, inflitta dal tribunale di Torino ai proprietari della Eternit, Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier. In occasione della sentenza, stasera alle 22.40 Raitre ripropone l’inchiesta sull’amianto realizzata da Blunotte nel 2008, dove si raccontava la vicenda di Casale Monferrato, oggetto del processo di Torino, e quella dei cantieri navali di Monfalcone, un’altra strage nascosta sulla quale, dopo anni di silenzio, è in corso un processo a Gorizia.
Il valore di questi processi, continua Lucarelli, “sta anche nel ricordarci che certi modi di produrre, certi modi di usare il lavoro sono un crimine a tutti gli effetti”. E dato che questi crimini spesso si dipanano in storie che attraversano i decenni, “credo sia importante la funzione di Blunotte, che è soprattutto quella di riassumere fatti dispersi e lontani nel tempo”. Vale per i “classici” misteri italiani, come le stragi di piazza Fontana e di Bologna, vale per le tragedie del lavoro, che la trasmissione di Lucarelli su Raitre (è in preparazione la nuova serie) ha affrontato più volte.
Nel giorno della sentenza Eternit, conclude lo scrittore, “credo sia bello riproporre le storie delle vittime e dei loro familiari. E’ un modo per restituire la giusta dimensione umana al contenuto degli atti giudiziari”.