Qualche lettore ricorderà la denuncia fatta su questo blog il 4 dicembre scorso. Nel frattempo, il mondo è andato avanti imperterrito. I cetacei sono protetti dalle leggi di tutti i Paesi mediterranei, tuttavia queste leggi sono spazzatura se alle forze navali di questi Paesi e all’industria del petrolio è consentito immettere in mare, all’interno dell’habitat critico di queste specie – come chiaramente denunciato dal Comitato Scientifico di ACCOBAMS (l’Accordo internazionale per la tutela di questi animali in Mediterraneo) – suoni ad altissima intensità che sappiamo essere causa di mortalità per questi mammiferi protetti da tutte le leggi.
Recentemente siamo stati informati che domani prenderà il via la massiccia esercitazione navale NATO “Proud Manta 12” con dispiego di mezzi navali sommergibili, di superficie e aerei, e ovviamente uso di sonar, esattamente all’interno di habitat critico di cetacei protetti.
Mi rendo conto di suonare come un disco rotto perché finisco per ripetere sempre le stesse cose. Tuttavia quello che veramente è rotto non è soltanto il mio disco; lo è anche, e soprattutto, la capacità di ascoltare non solo delle autorità di governo, ma anche di tutti noi, il semplice richiamo al rispetto delle leggi che ci siamo dati.
Da domani in avanti potrebbe anche non succedere niente. Potrebbe anche non esserci più niente da uccidere nella zona delle esercitazioni, con i cetacei che sono o già morti oppure migrati in cerca di altre, inesistenti, zone più tranquille. Ma se qualcosa succederà, se di nuovo troveremo sulle spiagge siciliane, calabresi o pugliesi, o su quelle greche, cetacei morti o morenti con chiari segni di trauma acustico, non potremo non considerare l’uso di sonar militari in habitat critico di cetacei altro che deliberata uccisione di specie protette, e ci chiederemo come mai la società civile non sia in grado di intervenire con gli strumenti giuridici nazionali, europei, mediterranei e internazionali a disposizione.