A rendergli omaggio c’erano tanti anziani, arrivati con il loro bastone in quelle sale che 40 anni fa la loro generazione aveva lustrato, rendendo Bologna la città meglio amministrata d’Italia. Oggi sono tornati a palazzo d’Accursio, sede del comune per l’ultimo saluto all’ultimo sindaco partigiano della città rossa, colui che traghettò il capoluogo emiliano dalla ricostruzione post-bellica agli anni d’oro del boom economico. Quelli della nascita dei quartieri, il piano Tange, il potenziamento dell’aeroporto e soprattutto del benessere economico.
La camera ardente per Guido Fanti, sindaco di Bologna nella seconda metà degli anni Sessanta, morto nella notte tra sabato e venerdì, è stata allestita nel pomeriggio nella sala rossa di palazzo d’Accursio e viene picchettata a turno dai politici locali. Nel primo picchetto d’onore c’erano anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola e il presidente della regione Vasco Errani. Guido Fanti infatti era stato anche il primo governatore dell’Emilia Romagna, proprio quando furono istituite le regioni a statuto ordinario.
Il cursus honorum di Guido Fanti lo ha visto anche sugli scranni del parlamento, sia quello italiano che quello europeo. A Strasburgo, l’ex sindaco di Bologna fu anche vice-presidente del parlamento europeo.
A palazzo d’Accursio nel pomeriggio è arrivata anche il ministro degli interni, Anna Maria Cancellieri, che a Bologna è stata commissario straordinario fino a maggio scorso, dopo lo scandalo che travolse il sindaco Flavio Delbono. “Era una persona molto moderna nonostante l’età avanzata. Mi diede dei documenti su Bologna – ha detto la titolare del Viminale – e mi stupì per la sua freschezza di mente, sembrava avesse 20 anni. Amava molto Bologna e aveva un senso quasi etico della politica”.
Tanti erano naturalmente gli esponenti del Partito democratico, dai consiglieri di quartiere ai parlamentari. C’erano anche gli avversari politici, giunti a rendere l’onore delle armi a questo ex amministratore legato al periodo indubitabilmente più felice di Bologna. Uno dei primi a giungere di fronte alla bara e a salutare i parenti di Fanti è stato il senatore Filippo Berselli, numero uno del Popolo della libertà emiliano romagnolo ed ex missino.

Domani, ha deciso con una ordinanza Virginio Merola, sarà lutto cittadino. In concomitanza con la partenza del feretro, suoneranno i rintocchi a morto della campana dell’Arengo, negli uffici comunali i dipendenti osserveranno un minuto di silenzio, mentre per l’intera giornata la bandiera comunale verrà esposta listata a lutto.

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