Uno dei problemi fondamentali che si incontra in psicologia è la tendenza comune delle persone ad attribuire agli altri il proprio modo di pensare mentre, al contrario, le modalità di funzionamento mentale sono varie e diverse da individuo a individuo. Queste differenze sono una fortuna perché la variabilità in natura porta ad una maggiore capacità di adattamento.

Quando il presidente del Consiglio Monti afferma: Che monotonia il lavoro fisso per tutta la vita! pensa come persona abituata a considerare l’impegno lavorativo un luogo ove realizzare le proprie aspirazioni.

Fortunatamente non tutti la pensano come lui. Così come in natura ci sono i biondi e i mori, gli alti e i bassi, gli smilzi e i tarchiati, allo stesso modo da un punto di vista mentale l’approccio al lavoro varia molto.

Provo a elencare le principali variabili che ho incontrato nella mia attività trentennale come psicologo e psichiatra e che desidererei arricchire con l’apporto dei lettori del blog:
– lavoro per realizzare introiti economici;
– lavoro per realizzare degli ideali;
– lavoro per realizzare i propri bisogni altruistici;
– lavoro per soddisfare i propri bisogni narcisistici;
– lavoro per soddisfare il proprio bisogno di potere;
– rifiuto psicologico del lavoro sentito come opprimente.

Per brevità non mi soffermo a descrivere queste variabili che al loro interno trovano ulteriori differenziazioni. Mi preme sottolineare che, stante la variabilità degli approcci al lavoro, forse non ha molto senso irrigidirsi su un unico modello che dovrebbe valere per tutti. Quando la ministra Fornero afferma che in Italia ci sono oltre 40 diverse tipologie di contratti lavorativi e si pone l’obiettivo di sfoltirli per proporre un unico modello, dovrà tenere presente che le esigenze, non solo economiche, ma soprattutto psicologiche, sono molto varie e occorre stabilire un modello molto duttile che lasci ai singoli individui la possibilità di trovare il lavoro adatto ad ognuno.

Per parafrasare la frase di Monti affermerei: “Che monotonia un progetto di vita e di lavoro uguale per tutti!”

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Produttività, l’articolo 18 non c’entra

next
Articolo Successivo

I giovani sono davvero così deprimenti?

next