“E’ insopportabile l’elenco di quelli che cercano i responsabili, ora l’obiettivo fondamentale da perseguire è far vincere Doria. Quindi io invito tutti a smetterla di dare la colpa al Pd di quanto è accaduto a Genova, mentre ai vertici del partito però rivolgo l’invito a non colpevolizzare le primarie: le primarie non si discutono, sono fondamentali”. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, è da sempre uno dei più convinti sostenitori delle primarie nonché attento critico dell’operato dei vertici, tanto da finire spesso in pesanti polemiche con il segretario Pier Luigi Bersani. L’ultimo la scorsa estate, proprio sulla necessità di prevedere le primarie per tutti, non solo per i candidati sindaci. “Le primarie servono affinché qualcuno si prenda la responsabilità della tua candidatura”, spiega Renzi. “Io ogni mattina mi sento male a pensare che in parlamento c’è gente come Scilipoti che se non fosse stato anche per noi Di Pietro non l’avrebbe portato lì. Se ci fossero state le primarie non ci arrivava a Montecitorio”. Per questo, dice, “oggi la priorità deve essere non mettere in discussione le primarie, con le primarie vincono sempre i cittadini”.
Quindi nessuno tocchi le primarie. Ma nemmeno il partito. “Io non so se davvero, come dicono alcuni, a Genova il Pd ha perso perché era diviso. Non è che se hai un solo candidato vinci, a Milano avevamo solo Stefano Boeri eppure ha vinto Giuliano Pisapia”, aggiunge Renzi. “Quando fai le primarie affidi ai cittadini la scelta. Ora se il sindaco uscente non ha vinto significa che i cittadini non la vogliono più. E’ facile”. Il riferimento è a Marta Vincenzi, sindaco di Genova, candidata sostenuta dal Pd sconfitta alle primarie che si è scagliata contro il partito incapace, a suo dire, “di accettarla e sostenerla”. Per Renzi “non è accettabile dare la colpa al partito di quanto accaduto. Non è colpa dei dirigenti del partito se i cittadini non ti rivogliono come sindaco. Non ti hanno rivotato? Punto. Non è colpa del partito, non puoi lamentarti. Trovo imbarazzante la difesa a riccio del Pd che sta dicendo addirittura di fare prima una sorta di primarie interne e poi quelle vere, una sorta di preliminare del preliminare di Champions: una cosa assurda”.
Quindi ribadisce l’invito a non toccare le primarie. “Dobbiamo uscire dal modello di partiti pesanti che decidono la linea da Roma: stanno in questa filiera le proposte fatte a ottobre alla Leopolda, dall’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (quantomai attuale, visto ciò che è accaduto in questi giorni) al dimezzamento di numero e indennità dei parlamentari regionali e nazionali”. E in questo solco si inserisce anche la necessità di una nuova legge elettorale perché, aggiunge Renzi, “il porcellum ha tolto ai cittadini la libertà di scelta. Ma niente scherzi, per favore: non si tolga il diritto di scegliere il candidato premier e la coalizione. Certe cose le deve decidere l’elettore nell’urna, non il partito in aula. Io almeno la penso così: bipolarismo, coalizioni serie, primarie a tutti i livelli per la classe dirigente”.