Doveva fruttare rendimenti molto alti, del 6,75%, ma ha mandato sul lastrico molti dei 15 mila clienti che lo avevano acquistato. Insieme all'ex presidente della Banca Popolare di Milano la procura indaga anche i due ex direttori generali Enzo Chiesa e Fiorenzo Dalu, e Ivano Venturini
Il pm di Milano, Roberto Pellicano, dopo aver analizzato i verbali redatti dalla Gdf di un centinaio di obbligazionisti del “Convertendo” Bpm, ha iscritto nel registro degli indagati l’ex presidente, già finito nel mirino della Procura di Milano per finanziamenti a società nel settore del gioco. Il bond “convertendo” con scadenza 2013 è stato emesso dalla banca nel 2009 e convertito anticipatamente in azioni a fine dell’anno scorso. I clienti della Bpm (circa 15mila) a cui era stato venduto erano stati attirati dal rendimento molto alto promesso, il 6,75%. Ma a fine dicembre 2011 hanno scoperto di avere perso quasi tutto (qualcuno addirittura fino al 90% del capitale investito) al momento della conversione, complice anche il fatto che nel frattempo le azioni della Popolare di Milano in Borsa avevano subito un crollo verticale.
Gli uomini del nucleo di Polizia Tributaria di Milano hanno ascoltato nei giorni scorsi decine di sottoscrittori che non sapevano neanche cosa fosse il bond. Tra le persone interrogate c’è stato chi, come cliente retail, aveva avuto rassicurazioni sul fatto che l’operazione era sicura e non ad alto rischio come poi è emerso. Al ricorso dei sottoscrittori si sono aggiunti anche gli esposti, per lo più presentati da associazioni di consumatori. Due terzi degli obbligazionisti sentiti dagli investigatori delle Fiamme Gialle sono apparsi poco consapevoli, in alcuni casi raggirati. Per questo sono scattate le iscrizioni nel registro degli indagati.