La chiamano 'autonomia responsabile delle scuole'. Ma qualcuno legge 'privatizzazione'. E in Lombardia la giunta è già un passo avanti. Dal prossimo anno gli istituti potrebbero reclutare gli insegnanti in modo diretto. Un'operazione che secondo la Cgil è “illegittima e incostituzionale”. Ma il ministro apre all'idea, e annuncia un tavolo per la sperimentazione
Si sono incontrati a Milano, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. Sul tavolo anche il recente progetto di legge della giunta lombarda che consente alle scuole di reclutare direttamente gli insegnanti attraverso concorsi d’istituto. “Stiamo ragionando su una possibile sperimentazione”, ha detto il ministro a margine dell’incontro. “Nel decreto semplificazioni è stato intrapreso il percorso verso l’autonomia responsabile delle scuole”, ha aggiunto Profumo, “e si potrà prevedere il trasferimento della quota di fondo di funzionamento ordinario alle singole scuole, perché possano gestirlo in modo autonomo”.
Parole che hanno incontrato la piena soddisfazione di Formigoni: “Puntiamo ad aumentare la qualità delle nostre scuole attraverso una sana competizione tra pubblico e privato, così come è stato fatto per il sistema sanitario”. A rassicurare quanti considerano questi provvedimenti l’anticamera della privatizzazione, ci pensa l’assessore all’Istruzione in Lombardia Valentina Aprea, già sottosegretario al Miur: “Studieremo un accordo col governo nel rispetto dei diritti acquisiti, che consenta però alle scuole di scegliere gli insegnanti migliori e in coerenza col progetto educativo dell’istituto”. L’indirizzo è quello espresso nella proposta di legge 953 sull’autonomia scolastica, presentata già nel 2008 dalla stessa Aprea. “Le scuole potranno reclutare i migliori docenti”, spiega l’assessore, “come fa ogni azienda quando vuole vincere sul mercato. E noi dobbiamo vincere sul mercato del capitale umano”.
Una visione che al segretario generale della Flc Cgil Mimmo Pantaleo fa orrore: “Ci opporremo in ogni modo, a costo di chiedere l’intervento di Napolitano”. Il sindacato si dice pronto a impugnare qualunque accordo siglato in tal senso tra governo e regioni. “Formigoni mette in discussione l’intero sistema scolastico, rischiando di bloccare la mobilità in Lombardia in nome di un federalismo regionale che è invece separatezza”, aggiunge Pantaleo, “una strategia che il governo dovrebbe respingere in nome dell’unità del Paese”. Bocciato anche il trasferimento di fondi che piace al ministro: “L’idea di trasferire il fondo di funzionamento ordinario alle scuole significa che lo Stato rinuncia alle sue responsabilità”. E le graduatorie che tanto stanno a cuore ai precari che fine fanno? “Il rischio è che diventino un feticcio”, risponde Giuseppe Palatrasio, precario del Coordinamento lavoratori della scuola di Milano, “e mentre aspettiamo il mega concorso promesso dal ministro, il potere passa ai dirigenti scolastici in versione amministratore delegato”. Si teme un arretramento della scuola pubblica in favore di quella privata, e addirittura un aumento del precariato. “È il prezzo che pagheremo applicando la logica del mercato alla scuola”, continua Palatrasio, che a Milano annuncia un’assemblea della scuola per il prossimo venerdì. “Vogliono privatizzare la scuola. Non glielo permetteremo”.