Moody’s declassa ancora l’Italia . L’agenzia statunitense ha infatti abbassato il rating del nostro Paese portandolo da A2 ad A3, lasciando intravedere nuovi tagli se la situazione nell’Eurozona non migliorerà e se le riforme messe in campo dal governo del professore non andranno a buon fine. E le borse europee hanno reagito alla notizia in maniera negativa, chiudendo una giornata tutta in perdita. A salvarsi è stata solo Piazza Affari che ha segnato un guadagno dello 0,47%, mentre lo spread è rimasto stabile a quota 366 punti base.
La decisione di Moody’s arriva a pochissimi giorni dalla missione negli Usa del presidente del Consiglio che ha illustrato le misure e le riforme decise dal suo esecutivo al presidente Barack Obama ma anche alla comunità finanziaria statunitense, con una storica visita a Wall Street. Nonostante ciò gli analisti di Moody’s – che hanno tagliato anche il rating di Spagna e Portogallo e minacciano la tripla A di Francia, Regno Unito ed Austria – vedono alcuni punti deboli che condizionano il nostro Paese.
Innanzitutto le incertezze legate alla situazione in Europa: dal rischio default della Grecia alle difficoltà che i leader stanno ancora dimostrando nel mettere a punto una valida rete di protezione del sistema finanziario e una riforma delle proprie istituzioni. Senza contare le prospettive economiche in via di costante deterioramento, soprattutto in alcuni Paesi tra cui proprio l’Italia. Tutto ciò – spiegano gli analisti dell’agenzia – rischia di pesare ulteriormente “sulla già fragile fiducia dei mercati” verso i Paesi con i maggiori problemi sul fronte dei debiti sovrani.
Per Moody’s ci sono poi le incertezze legate in maniera specifica alla situazione italiana: sia quella economica, con una recessione che si riaffaccia prepotentemente alla porta, sia quella dei conti pubblici, a partire dall’elevatissimo livello del debito pubblico e dagli altissimi costi per rifinanziarlo. Ed anche il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha analizzato la situazione dell’Italia “che – ha detto – sta promuovendo con determinazione riforme strutturali fondamentali per migliorare il mercato del lavoro e l’occupazione” e per accrescere “la competività della sua economia. Resta – ha però concluso – uno dei 12 Stati europei a rischio macroeconomico e preoccupa il suo basso potenziale di crescita”.
Debole la reazione delle Borse alla decisione delle agenzie di rating, che hanno declassato dieci paesi. Questa mattina il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund tedeschi era a 377 punti, in crescita rispetto a ieri quando aveva chiuso a 367, ed ora si è attestato a quota 366. Rendimenti in deciso calo per i Btp a tre anni (scadenza 2014), ai minimi da marzo 2011: il tasso è sceso al 3,41%, con un calo di 1,41 punti rispetto al precedente 4,83%. I titoli quinquennali offerti in asta oggi si sono attestati al 3,77%, mentre quelli dei decennali sono del 4,26%. Il Tesoro ha assegnato per i buoni a 5 anni 685,6 mln di euro, inferiori ai 2 mld di offerta massima prevista, contro una richiesta di 1,6 mld. Per i decennali l’offerta è stata di 2,2 mld: 1,3 mld quelli assegnati. In totale all’asta sono stati venduti titoli per 4 miliardi di euro e le richieste hanno superato di 1,4 volte l’offerta.
I mercati europei chiudono una giornata tutta in negativo ad eccezione solo di Piazza Affari: il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,47% a 16.445 punti e il Ftse All Share lo 0,30% a 17.433 punti.. Tutte in perdita le altre piazze europee: a Londra l’Ftse 100 si ferma a 5.899,87 punti (-0,1%); a Francoforte il Dax chiude a 6.728,19 punti (-0,15%); a Parigi il Cac 40 termina a 3.375,64 punti con un calo dello 0,26%; per Madrid l’Ibex segna -0,19% a 8.771,9.