Per una sorta di un  buffo e un po’ crudele paradosso storico, la Grecia, considerata la culla della democrazia, sta diventando  il suo cimitero, nel nome dei “mercati” finanziari e dei loro proconsoli, si chiamino Papademos, Merkel o Monti. Ho assistito l’altro ieri alla diretta delle manifestazioni e degli scontri di fronte al Parlamento ellenico. Colpisce la lunga durata e la grande estensione degli stessi, come pure il diffuso consenso alla violenza di piazza. E’ ovvio che non basteranno le forze della sempre più screditata e malvista Celere locale a contenere quello che sta diventando un moto di popolo.

Sono note le cause del disastro greco, che non è solo greco, ma mondiale. Condivido in linea di massima l’analisi di Marco Onado. Il popolo greco viene oggi sacrificato sull’altare della finanza. Non c’è alcuna speranza di riscatto e di ripresa, visto che il double dip incombe. Unica soluzione: un default di tipo argentino, con almeno il 75% di autoriduzione del debito e l’uscita immediata dall’area dell’euro, visto che l’Europa è in mano ai tedeschi, che impongono le loro folli scelte monetariste e recessive.

La sofisticazione della finanza e il suo completo sganciamento dall’economia reale trasformano un intero Paese in carne di porco per gli appetiti degli speculatori internazionali. Deve anche essere chiaro che i principali responsabili dell’indebitamento greco sono oggi gli stessi che promuovono la svendita del Paese, si tratti di potenze straniere che hanno fomentato l’abnorme crescita delle spese militari o delle caste imprenditoriali o politiche locali che hanno prosperato sull’evasione fiscale, la fuga dei capitali e il clientelismo più sfrenato.

Colpisce l’analogia con l’Italia e la forte somiglianza fra Monti e Papademos. Qui come lì la democrazia è sospesa, le elezioni politiche rinviate, i referendum osteggiati e non rispettati. Ci si deve inoltre interrogare,con Luciano Vasapollo, autore del libro Il risveglio dei maiali, sull’opportunità di mantenere i nostri Paesi in un sistema come quello dell’euro, pienamente funzionale alle economie più ricche dell’Europa e al potere della finanza.

Con ogni probabilità Monti si appresta a scendere in campo come perno di uno schieramento elettorale di “unità nazionale” all’insegna del capitale finanziario, su cui convergeranno, oltre al Terzo Polo, settori del PD e della destra, fra cui lo stesso Berlusconi, in cambio di guarentigie personali e la possibilità di continuare a svolgere un ruolo di rilievo. Tutti quanti interessati a salvare questo sistema che sta mandando a fondo non solo la Grecia, non solo l’Europa, ma l’intero pianeta. Si prevede quindi una lunga e difficile lotta di opposizione per far vincere infine le ragioni dell’umanità contro la dittatura della finanza e l’alleanza fra le varie caste. Speriamo che questo almeno sia chiaro a quanto rimane della sinistra italiana.

Se ci fossero, in Italia, una sinistra e un sindacato degni di questo nome, si sciopererebbe e si scenderebbe in piazza a fianco del popolo greco. Se ci fossero…

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