L'agente della Polstrada è stato giudicato colpevole dell'omicidio volontario del tifoso della Lazio anche nell'ultimo grado di giudizio. Confermata la tesi del Pg: "Lo sparo non era indirizzato alle ruote della macchina ma ha colpito direttamente il ragazzo"
Il fatto era accaduto l’11 novembre 2007 quando Gabriele Sandri e altri quattro amici, tutti tifosi biancocelesti, stavano viaggiando in macchina verso lo stadio Meazza per Inter-Lazio. Durante la sosta nell’area di servizio di Badia al Pino, vicino Arezzo hanno incrociato un gruppo di tifosi juventini, che stavano andando a Parma, e la pausa caffè è degenerata in rissa. L’agente Spaccarotella sentite urla e grida e vista fuggire un’auto ha pensato a una rapina al benzinaio ed ha azionato la sirena. L’auto, però, non si è fermata ed allora l’agente ha sparato uccidendo Gabriele Sandri, che per gli amici ancora dormiva sul sedile posteriore dell’auto.
Spaccarotella, che non ha subito carcerazione preventiva durante le indagini preliminari, era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione per omicidio colposo, determinato da colpa cosciente. In secondo grado i fatti erano stati qualificati come omicidio volontario per dolo eventuale e la pena era stata elevata a nove anni e quattro mesi di reclusione. Con il rigetto del ricorso dell’imputato in Cassazione, la sentenza è diventata definitiva. Cominceranno ora gli adempimenti per l’esecuzione della pena, che dovrebbero concludersi nelle prossime ore, o domani, con il trasferimento di Spaccarotella in carcere.
Lacrime e commozione da parte dei familiari di Sandri, presenti in aula. Giorgio Sandri, il padre di Gabriele, alla lettura della sentenza ha dichiarato soddisfatto: “E’ una sentenza di diritto ed è una vittoria di tutti. Giustizia è fatta anche se non è stato facile”. Mentre l’agente, alla notizia della condanna, ha commentato: “Affronterò la situazione da uomo”.