Un lungo bacio collettivo al centro di Piazza Nettuno, a Bologna. È questa la risposta di decine di coppie omosessuali e non alle affermazioni anti-gay di Carlo Giovanardi, secondo il quale vedere due donne che si baciano per strada equivale a vedere qualcuno che fa pipì in pubblico. Un flash mob organizzato nel giorno di San Valentino per rivendicare i diritti civili delle coppie gay, a cui erano invitati tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale e, perché no, dallo status sentimentale (“coppie, single o troppie”). Con buona pace del senatore del Pdl.

A Bologna il kiss-in è stato organizzato dal gruppo di volontari del Pride 2012, la manifestazione nazionale della comunità lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) in programma a giugno in città. Ed è stato replicato in tante altre città d’Italia, prima fra tutte Roma, dove il Gay center ha dato appuntamento davanti a Montecitorio. In pratica, i partecipanti sono rimasti immobili, labbra contro labbra, fino al rompete le righe. “È un modo di partecipare alla festa di San Valentino – ha spiegato Valeria Roberti una dei promotori – e ricordare che in Italia quello tra persone dello stesso sesso è ancora un amore congelato, senza diritti”.

Il presidio era stato organizzato originariamente in occasione del 14 febbraio per sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro ogni discriminazione sessuale e di genere. Ma dopo le ultime dichiarazioni di Giovanardi, si è trasformato in una provocatoria risposta all’ex sottosegretario. Una forma di protesta contro la sua ennesima invettiva contro le coppie gay. “Per noi il bacio collettivo è ormai una tradizione – ha commentato Emiliano Zaino, presidente dell’Arcigay Bologna e del Comitato Pride 2012 – ma sicuramente diventerà anche l’occasione per inscenare la nostra personale risposta alle sue affermazioni. Perché è vero che esiste la libertà di parola, ma se sei un parlamentare non puoi permetterti di dire certe cose, che sono solo frutto di un violento sentimento omofobo ”.

Nonostante il fastidio di Giovanardi per i baci omosex in pubblico sia ormai noto, l’ultima intervista ha scatenato un putiferio non solo nella comunità lgbt. “Giovanardi non cessa di stupire per la sua mancanza di pudore e di equilibrio e per la sua pochezza – è stato il commento della vicepresidente della Camera Rosy Bindi – Anche oggi ha sfoderato il suo becero maschilismo, e ha offeso senza riguardo la dignità di tutte le donne, ma soprattutto l’intelligenza e la sensibilità umane e davvero non si sente alcun bisogno di opinioni così improvvisate, ridicole e pericolosamente sbagliate”.

Reazione che fa il paio con quella di un’altra parlamentare del Pd, Anna Paola Concia: “Sono dichiarazioni di una violenza inaudita e sconcertante – ha scritto su Facebook – fanno ribollire il sangue a me, figuriamoci ai tanti giovani omosessuali che sono stanchi di subire quella che è una vera e propria “omofobia di stato”, poiché viene da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni. È arrivato il momento che tutto il paese reagisca a questo clima d’odio e di diffamazione che certi esponenti politici con le loro affermazioni contribuiscono a coltivare ormai da tempo”.

“Sono allibito, in queste ultime ore mi sono arrivate decine e decine di messaggi di insulti, di minacce di morte a me e alla mia famiglia, e solo per aver detto cose che riguardano la buona educazione, i comportamenti che devono tenere tutti i cittadini, etero e omosessuali”, risponde Giovanardi alla Dire, che poi si sofferma «sull’incredibile clima di violenza che si scatena contro la mia persona quando esprimo opinioni che coincidono con quelle della stragrande maggioranza degli italiani”. Ma i giovani Gd… “guardi, se i giovani democratici leggessero qualche libro di storia si renderebbero conto che intimidire le persone sotto casa (l’iniziativa di un altro bacio collettivo si terrà domenica a Modena a circa 500 metri in linea d’aria dalla sua abitazione ndr) è lo stesso metodo che usavano gli squadristi fascisti”.

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