Saturno

Birmania, sanzioni contro la musica indie

I Side Effect, band punk rock di Yangon, avevano raccolto più di duemila dollari tramite il sito IndieGoGo, per lanciare il loro primo album. Ma i soldi sono stati rimandati indietro, merito delle sanzioni economiche che impediscono affari tra aziende americane e la Birmania

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Anche questa settimana pubblichiamo un articolo tratto dal sito di approfondimento China Files, a cura di Andrea Pira

Per le società cinesi, indiane e thailandesi non sono un problema. Lo stesso vale per il colosso del petrolio Total. Per un gruppo punk rock birmano in cerca di qualche finanziamento scavalcare le sanzioni economiche che pesano sul regime, invece, non è facile come per i nomi pesanti dell’industria.

Anzi è impossibile. Il tentativo dei Side Effect di racimolare fondi attraverso il sito statunitense IndieGoGo, specializzato nell’aiutare artisti e creativi a trovare sostenitori, si è infranto sulle sanzioni imposte nel 1997 dall’allora presidente Usa Bill Clinton.

Lo scorso dicembre, la moglie Hillary Rodham Clinton si è recata nel Paese dei pavoni per la prima storica visita di un segretario di Stato americano in cinquant’anni, aprendo la strada alla normalizzazione dei rapporti tra il regime e il resto della comunità internazionale. Le sanzioni restano tuttavia dove sono.

Sebbene lo scorso 23 gennaio l’Unione europea abbia votato per un alleggerimento di alcune di esse, accordando il permesso di viaggiare ad alcuni alti dirigenti. Con l’ipotesi di ulteriori revoche dopo le elezioni suppletive di aprile, cui parteciperà anche la leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi.

Per la revoca delle limitazioni statunitensi bisognerà invece attendere un voto del Congresso. Pertanto alle aziende Usa è vietato fare affari con il Paese del Sudest asiatico. Gli oltre 2.300 dollari racimolati dalla band birmana sono stati dunque rispediti ai mittenti e l’incisione dell’album di debutto rinviata a data da destinarsi, in mancanza di un casa discografica pronta a investire sui tre ragazzi poco adatti al locale e conservatore ambiente musicale.

“Abbiamo visto le porte del mondo chiudersi davanti a noi”, ha detto il cantante e chitarrista Darko C ai media internazionali che hanno sollevato il caso, “Le sanzioni non dovrebbero colpire la gente comune come noi”.

Un pensiero condiviso da gran parte degli imprenditori del Paese che, secondo un recente rapporto del Fondo monetario internazionale, potrebbe diventare la frontiera economica del futuro in Asia, mentre gli esponenti del governo civile che hanno preso il posto della giunta militare vanno in giro per il mondo in cerca di investitori.

Gli stessi che in realtà non sono mai mancati, ma i cui soldi hanno ingrossato il portafoglio dei potenti magnati legati ai generali e dei generali stessi. Lo ammettono gli stessi imprenditori nella lista nera statunitense: le sanzioni li hanno aiutati tenendo fuori dalla Birmania la concorrenza.

Chi c’era già, è il caso della Total, non ha dovuto invece ritirarsi, nonostante le critiche delle organizzazioni per i diritti umani e dei lavoratori. I contratti stipulati prima del 1997 sono rimasti validi. “La diplomazia che mette il naso nella libertà di espressione è una vergogna”, ha detto al Wall Street Journal l’amministratore delegato di IndieGoGo, Slava Rubin. Che ha esortato Barack Obama a prendere le parti dei Side Effect se veramente vuole sostenere gli imprenditori e i cambiamenti politici in Birmania.

“Per queste stronzate politiche non possiamo ricevere il sostegno dei nostri fan. Ci dispiace. Ma state pronti cercheremo di risolvere tutto”, si legge nella loro pagina Facebook. Ma sebbene il mondo sia “già pronto” per ascoltarli, come sostiene Darko C. in attesa dei soldi il debutto di “Rainy Night Dreams” dovrà attendere le decisioni dei politici.

[Foto credit: pansuriya.wordpress.com]