I tecnici del comune di Bologna hanno approvato il progetto esecutivo del People mover, la monorotaia che dovrebbe collegare stazione e aeroporto del capoluogo emiliano. L’opera, che ora può ufficialmente partire, costerà 20 milioni in più rispetto a quelli previsti. Dai 90 iniziali infatti si è passati a 110 milioni di euro. Tutti rincari noti da tempo, ma ora ufficiali e definitivi: “Non è più previsto alcun passaggio in giunta. La procedura è fatta da dirigenti che dovevano fare una valutazione puramente tecnica”, spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore alla mobilità, Andrea Colombo. L’annuncio mette ai blocchi di partenza un’opera, che tornerà in gestione al Comune solo fra 40 anni.
Si conclude così il lunghissimo iter iniziato a metà luglio per l’approvazione del documento. Il progetto esecutivo detta le linee di come dovrà essere costruita l’opera, lunga oltre cinque chilometri, che dovrebbe unire in pochi minuti lo scalo ferroviario con quello aeroportuale.
Ora, teoricamente, si è pronti a partire. Teoricamente appunto, perché manca ancora da definire la questione economica. Navetta e monorotaia, come detto, costeranno parecchi soldi in più rispetto a quanto preventivato e Marconi express, la società di gestione del People mover, presenterà a giorni un nuovo piano economico-finanziario proprio per rientrare nei costi in più: i 12 milioni dovuti ai ritardi nella partenza (una parte dei 20 totali) dei cantieri dovranno essere recuperati in qualche modo. Dalla Marconi express, contattata da ilfattoquotidiano.it, confermano: “Su due fattori si può fare leva: o quello del biglietto, il cui prezzo però preferiremmo rimanesse fermo agli annunciati 7,5 euro (ma ufficialmente il prezzo doveva essere di 6,75 euro, ndr), o sulla durata della concessione che passerà dagli attuali 35 a 40 anni”. Queste le richieste economiche che i tecnici del comune dovranno valutare.
Il People mover, commissionato dal comune all’epoca della giunta di Sergio Cofferati, sarà costruito e gestito in project financing dalla Marconi express, una società formata dal Consorzio cooperative costruttori (Ccc) di Bologna, vincitore dell’appalto nel 2009, e dall’Atc, l’azienda pubblica dei trasporti cittadina (oggi diventata Tper dopo la fusione con le ferrovie emiliano romagnole, ma rimasta pubblica, ndr).
Un project financing “tradito”, visto che l’Atc-Tper, secondo i patti attualmente in vigore, dovrebbe prendere tutta la torta della società, ossia il 100 %. Il soggetto pubblico rischierà quindi di gestire e assumersi i rischi di un’opera al posto dei privati. Da qui un’indagine giudiziaria penale e contabile in corso.
Sempre da questa paradossale compagine azionaria è nata la ricerca di nuovi soci da inserire nell’azionariato e la promessa del Ccc di rimanere con una quota nell’azionariato per tutto il periodo di gestione dell’opera. Un periodo che ora Marconi express chiede di allungare per rientrare coi costi, da 35 a 40 anni.
Ora, assicurano sia la giunta, sia la Marconi Express, arriveranno anche i nuovi soci. Non appena avranno il piano economico finanziario si faranno avanti. I nomi papabili sono quelli della società che gestisce l’aeroporto, la Sab, il consorzio di cooperative Nuova mobilità, e poi dei fantomatici fondi di private equity. Che sarebbero affascinati da questa opera ma – è il ragionamento sia dell’amministrazione che dei costruttori – vogliono vedere le ruspe al lavoro.
Le tappe sono decise. “Dopo la presentazione del piano finanziario ci muoveremo con le banche per i finanziamenti dell’opera e, una volta ottenuto l’ok anche da loro, i cantieri potranno partire”. Sui tempi di apertura dei cantieri nessuno si sbilancia, ma in linea teorica potrebbero essere necessarie anche solo settimane, non mesi.
Teoricamente, anche perché dall’altra parte il comitato No people mover ha in programma proprio mercoledì un’assemblea straordinaria con uno slogan significativo: “Bloccheremo il people mover”.
Tante le obiezioni fatte all’opera: oltre a quella già citata delle partecipazioni azionarie, ci sarebbe la questione legata alla sostenibilità dell’opera in base al numero di passeggeri dell’aeroporto Marconi e quella relativa alla possibilità di tracciati alternativi da servire con gli attuali treni del servizio ferroviario metropolitano. La giunta Merola è decisa ad andare avanti e a fare partire i lavori. Ha promesso, anche oggi, un’ udienza pubblica prima dell’apertura dei cantieri, ma solo per spiegare come si farà, non se si farà. Del resto è difficile per il Comune mettersi contro un colosso come il Ccc. Durante l’ultima visita a Bologna il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha dedicato al consorzio, che quest’anno festeggia il centenario, una parte della sua visita.