Mentre la prescrizione cala inesorabile anche sul processo Mills che si conclude con un corrotto, ma senza un corruttore, Berlusconi si guadagna un nuovo rinvio a giudizio. L’accusa è di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio: ha ascoltato l’intercettazione, neanche ancora trascritta, della famosa telefonata tra Fassino e Consorte sul possesso di una banca.
La pen drive con l’intercettazione, donata al Cavaliere da chi la realizzò per conto della Procura, pervenne poi in qualche modo al Giornale che la pubblicò con gravi danni per la campagna elettorale di Romano Prodi nelle elezioni politiche del 2006.
Guitto prescritto, diritto sconfitto
Si può dir che il Capellon
di processi è un tourbillon,
ovviamente senza guai
poiché non pervenne mai
alla fin del primo grado.
Una specie di Eldorado
fu per Silvio il tribunale,
da prescritto abituale.
Mentre per la concussione
e per la prostituzione
si arrabattano i piemme,
una gemma fra le gemme
sta per essere prescritta:
è da secoli che slitta
quel processo per la stecca
data a Mills, ma fa cilecca
la Giustizia nuovamente:
c’è soltanto un delinquente,
il corrotto incassatore,
ma non c’è il suo corruttore,
un miracolo Milano.
Caso vuol che sul caimano,
confermato casto e puro,
piombi, ahimé, un novel siluro.
E’ a giudizio rinviato
per l’ennesimo reato:
diffusion d’atto segreto,
quello che mandò al tappeto
dei ds il segretario
per lo sfogo leggendario
che inneggiava alla palanca:
“Siam padroni di una banca!”
Par che l’intercettazione
giunta in dono al Capellone
fosse ancora non trascritta,
ma rubata dalla ditta
che la realizzò con cura
su istruzion della Procura.
Per il ghiotto contenuto
il bel nastro fu ceduto,
come dono di Natale,
al caimano che al Giornale
poco dopo lo ha trasmesso.
Berlusconi dice adesso:
“Questo nastro per me è nuovo.
Tutti san che non approvo
che si venga intercettati.
Quanto a quei due disgraziati
che si spaccian donatori,
non ricordo quei signori,
ma la villa pullulava
di gentaglia che arrivava
grazie a Paolo, mio fratello.
Chi per questo, chi per quello,
tutti in cerca di intrallazzi….
Ma io, duro:”Via, ragazzi!”
Raccontò tale Favata
com’è veramente andata
quella sera nella villa.
“Stava con aria tranquilla
in poltrona sprofondato
Silvio quasi addormentato,
fino a che con la pen drive
ecco il trillo quasi live
con Fassino ormai banchiere…
A quel punto il Cavaliere
dal torpore si è svegliato:
“In eterno sarò grato
del regalo che mi deste
per far liete le mie feste!”
entusiasta commentò
e la privacy scordò”.
La pen drive giunse al Giornale,
la campagna elettorale,
fino a lì trionfal per Prodi,
non finì con un Bengodi.
Mortadella fu cacciato,
il Pd, nato sfigato,
tristemente ancora arranca
e Fassino è senza banca.
L’imputato Berlusconi,
grazie a lodi e a prescrizioni,
passa ancor per uomo onesto,
neanche l’ombra di un arresto…